"Poteva essere il delitto perfetto e poteva farla franca, ma non si inganna la propria coscienza". Queste le parole dell'avvocato difensore del 49enne domiciliato del Locarnese reo confesso a processo per la morte della ex moglie nel 2016 a Monte Carasso.
Un uomo che secondo il legale "oggi mendica il perdono" e avrebbe ucciso non per denaro ma spinto dall'angoscia e dalla paura di perdere la nuova consorte. L'avvocato, che riconosce la gravità del reato, chiede quindi che l'accusa nei suoi confronti sia di omicidio intenzionale e non di assassinio. L'accusa aveva chiesto 14 anni di carcere, mentre il legale ha chiesto una pena non superiore ai 7 anni, facendo valere il sincero pentimento del suo assistito.
CSI 18.00 del 9.04.2019 Il servizio di Daniela Giannini
RSI Ticino e Grigioni 09.04.2019, 20:03
L'attuale moglie dell'uomo, secondo il suo difensore, andrebbe invece prosciolta integralmente da tutti i capi di accusa, perché il reato di correità sarebbe privo di sostanza e riscontri oggettivi. La 39enne, per la quale l'accusa aveva chiesto il carcere a vita e l’espulsione per 15 anni dalla Svizzera, nega il ruolo di istigatrice del delitto.
Assasinio Monte Carasso, chiesto l'ergastolo
Il Quotidiano 09.04.2019, 21:00