Ticino e Grigioni

Uxoricida: espiazione anticipata

Agli sgoccioli l’inchiesta sul delitto di Ascona. L’arma utilizzata non è quella che il 55enne custodiva in Macedonia

  • 4 gennaio 2018, 18:47
  • 8 giugno 2023, 14:39
Gli inquirenti sul luogo dell'omicidio all'epoca dei fatti

Gli inquirenti sul luogo dell'omicidio all'epoca dei fatti

  • RescueMedia

L’inchiesta sul delitto di Ascona è giunta ormai in dirittura d’arrivo. Le ultime novità riguardano la pistola che il 23 giugno scorso, ad Ascona, il 55enne usò per uccidere la moglie, cercando poi di togliersi la vita. Di sicuro non si tratta di quella che custodiva in Macedonia. Per accertarlo gli inquirenti sono andati fino a casa sua, dove hanno infatti trovato l’arma (regolarmente acquistata).

L’uomo sostiene di essersi procurato l’altra in Ticino, da una persona rimasta anonima. Qualcuno che gliel’avrebbe lasciata nella bucalettere, in cambio dei soldi pattuiti. La sua versione manca di riscontri, al di là di qualche messaggio recuperato sul telefonino. È però anche vero che, come detto, l’ipotesi di una trasferta in Patria per preparare il delitto va ora esclusa.

Intanto il 55enne macedone ha ottenuto la possibilità di espiare anticipatamente la pena. L’imputato continua a parlare di un gesto del momento. Un gesto disperato, figlio della recente rottura tra i due e della forte gelosia che lui nutriva.

Diversa la tesi del procuratore pubblico Antonio Perugini, secondo il quale il suo fu invece un atto premeditato. Elemento che, unito alla ferocia e al movente egoistico, ha indotto Perugini a ipotizzare il reato di assassinio. Contro la 38enne - ha stabilito la scientifica - il marito esplose tra i 7 e i 10 colpi. Tutti da distanza ravvicinata, in parte da tergo.

Francesco Lepori

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