Bellinzona, sfilano gli amici di Arlind

Gli amici di Arlind non si danno per vinti, malgrado la decisione di mercoledì scorso di confermare il decreto di espulsione si sono riuniti oggi, mercoledì, a Bellinzona a partire dalle 17.30 per manifestare a favore del 17enne kosovaro.

Lungo il Viale Stazione sfilano centinaia di persone. E malgrado il momento sia emotivamente molto intenso, tutto si svolge nella calma. E calma rivela tutto sommato anche Arlind, intervistato dai colleghi delle CSI. “Dal Consiglio di Stato mi aspettavo una risposta diversa. Avevo già pianificato il mio futuro qui con mia mamma, la mia ragazza, la mia squadra di calcio”, spiega. Arlind vuole rimanere e ci crede ancora. “Lo spero con tutto il cuore e tutta l’anima”. “Non chiedo niente, solo un pezzo di carta”, aggiunge. “Sto solo cercando quello che è giusto: perché un figlio non deve essere separato dalla madre”, conclude.

Tra i manifestanti ci sono anche esponenti della politica ticinese come la deputata socialista Pelin Kandemìr Bordoli e dei sindacati come il segretario di UNIA Enrico Borelli. Il gesto potrebbe però risultare inutile perché a questo punto la decisone dovrebbe essere definitiva.

Il Governo risponde

Nel frattempo il Consiglio di Stato ha comunicato di aver evaso gli atti parlamentari pendenti sul caso dei due giovani. In attesa di una risposta vi erano ancora una mozione e due interrogazioni. Il Governo ticinese nella sua seduta odierna ha ribadito quanto aveva deciso lo scorso 9 aprile. Nel caso del 17enne di origini kosovare Arlind Lokaj, il Consiglio di Stato non vedeva quella situazione eccezionalmente critica da giustificare una richiesta presso l'Ufficio federale della migrazione per un permesso di dimora quale caso di rigore. Per il 23enne iraniano Yasin Rahmany, invece, una richiesta in tal senso è stata inviata a Berna poiché il suo rientro in patria potrebbe essere rischioso.

CSI/Red.MM