Non è un camorrista. Almeno secondo la procura federale, che mercoledì ha prosciolto un gestore patrimoniale luganese dalle accuse di organizzazione criminale e riciclaggio.
L'uomo (tuttora in carcere oltre confine) venne arrestato a Milano nel maggio del 2013. Le indagini delle procure di Roma e Napoli furono presto seguite dall’inchiesta elvetica. Il sospetto era che il 50enne residente a Viganello avesse lavato i guadagni del clan camorristico dei Polverino. Dieci milioni di euro, frutto della compravendita illecita di un terreno nella provincia di Napoli.
I reati ipotizzati per quella vicenda – come detto – sono ora caduti. Egli resta comunque indagato per il filone romano del procedimento penale, legato ai soldi sottratti al Fondo edifici di culto del Viminale.
Francesco Lepori
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