Cronaca

"Ristorni, possibile rivedere l'accordo"

La Lega Nord al Senato apre ad un possibile ritocco della legge bilaterale a patto che a farne le spese non siano Comuni di frontiera e lavoratori italiani

  • 29 gennaio 2014, 15:59
  • 6 giugno 2023, 14:49
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  • Ti-Press / Francesca Agost

Il gruppo Lega Nord al Senato ha chiesto mercoledì mattina al Governo italiano di non “barattare” il capitolo ristorni dei frontalieri con la Svizzera all’interno della legge sul rientro dei capitali. Tale posizione, espressa anche martedì dal Partito Democratico alla Camera, contiene però una sfumatura di rilievo. "Mettere in discussione un accordo vecchio di 40 anni – ha detto il senatore leghista Stefano Candiani - è possibile e forse anche giusto, ma bisogna avere chiaro l’obiettivo: tutelare i lavoratori italiani e sostenere i comuni di confine: purtroppo temo che il governo Letta non abbia intenzione di fare né l’uno né l’altro".

I padani criticano apertamente il premier per la mancata partecipazione al forum Italia-Svizzera in programma giovedì e venerdì a Berna, dove parteciperà invece il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni. "Il timore fondato, prosegue il senatore, è che questo governo, sempre più al servizio delle grandi banche e dei poteri forti, possa mettere sullo stesso piano la questione del rientro dei capitali illecitamente esportati all’estero con la questione dei ristorni dei frontalieri, due cose distinte e profondamente diverse. Come Lega faremo la nostra battaglia a tutti i livelli, Parlamento compreso; presenterò una interrogazione e pretenderemo che la maggioranza si assuma le proprie responsabilità".

La Lega Nord chiede una mobilitazione a tutti i parlamentari eletti nelle province di confine, di qualunque partito, perché si possa mantenere aperto il dialogo con la Svizzera, arrivare magari a nuovi accordi sull’imposizione dei lavoratori italiani che non penalizzino tuttavia la regione di frontiera.

sdr

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