Cronaca

SCUDO, tetto del 15% per i frontalieri

La decisone è stata presa dal comitato del Servizio cure a domicilio del Luganese; la proposta era stata avanzata dal municipale di Lugano Lorenzo Quadri

  • 29 gennaio 2014, 09:54
  • 6 giugno 2023, 14:47
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  • � Ti-Press / Francesca Agosta

Il comitato dello SCUDO (il Servizio di cure a domicilio del Luganese) ha approvato all’unanimità un limite massimo del 15% di lavoratori frontalieri nel proprio organico, salvo urgenze.

Come riportato oggi, mercoledì, dal Corriere del Ticino, la proposta era stata avanzata dal municipale di Lugano Lorenzo Quadri (Lega), di recente subentrato nel comitato al compianto Giovanni Cansani.

Il direttore del servizio di cure a domicilio, Enrico Conte , ha spiegato che si tratta di una misura che servirà a dare un segnale all'opinione pubblica, sensibile al tema dei lavoratori stranieri in Ticino. Nessun frontaliere verrà comunque licenziato: attualmente nel organico dello SCUDO sono infatti 29 su 223 i lavoratori con permesso G impiegati, pari al 12.8% (nel 2013 erano il 16%).

Quadri ha salutato favorevolmente l’introduzione della misura da lui proposta: “È un segnale positivo che spero possa essere seguito anche altrove. È fondamentale che i settori finanziati con denaro pubblico si impegnino per favorire l’occupazione dei residenti”.

"Solo propaganda"

Diametralmente opposte le considerazioni del sindacalista VPOD e presidente del Consiglio comunale di Lugano Raoul Ghisletta (PS): “È solo propaganda; la gente vuole essere curata da infermieri competenti. Nella sanità, in Ticino, non c’è concorrenza problematica, anche grazie ai contratti collettivi: chi lavora bene trova un impiego”.

Red.MM-LudoC.

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