Cultura e spettacoli

Una Berlinale in grigio

Cinquanta sfumature più due

  • 11 febbraio 2015, 18:42
  • 14 settembre 2023, 09:55
I poster di "Cinquanta sfumature di grigio" sono ovunque

"Cinquanta sfumature di grigio" su tutti i muri berlinesi

DIARIO PUNTATA SETTE

Caro diario, dai che ci divertiamo. Oggi qui alla Berlinale arriva il film sui giochini sadomaso. Poi sarà anche nelle sale, per un San Valentino sui generis. Vabbè, con una definizione così spiccia faccio forse torto a un libro letto da milioni di persone e a un film che ne attirerà anche di più. Soprattutto ho fatto un torto a te, caro diario: avevo promesso corrispondenze colorate e "grey free", invece eccoci qua. Curioso? Io moderatamente. Il film lo vedremo più tardi, al primo tentativo siamo rimasti fuori in tantissimi, quindi affaire a suivre.

Sala stampa semivuota: sono tutti alle Sfumature

Sala stampa semivuota: sono tutti alle Sfumature

Sfumature di grigio in fondo significa anche il buon vecchio bianco e nero. Usato a volte senza senso dai registi di oggi, ma capace ogni tanto di un surplus di forza espressiva che rende il film significativo. Mi viene in mente il polacco Ida, nominato ai prossimi Oscar. In concorso qui c'è un romeno tutto in b&n che mi è piaciuto tanto. Inizio ‘800, road movie, su due cavallini bolsi avanzano un padre zoppo e gendarme con il figlio smilzo in uniforme. Il boiaro locale, signorotto campagnolo con un cappellone che sembra un’enorme cipolla, li ha incaricati di riportare uno dei suoi servi gitani, che ha fatto l’affronto di sfumare in grigio sul corpo della boiara. Il percorso dei due risoluti bounty killer sarà costellato di incontri, discussioni su rivendicazioni etnico-nazionalistiche, accenni di un tutti contro tutti sinistro e premonitore: zingari da punire, ebrei da schiacciare, russi e turchi da temere, tanti altri da disprezzare e così via. Esito non spoilerabile (anche se il film difficilmente andrà nei multisala) che estremizza in maniera piuttosto traumatica - per il personaggio e per lo spettatore – i gusti delle sfumature. Onomatopeicamente zac , questo te lo posso pur dire. Il titolo è Aferim! come il nome di uno dei protagonisti.

Greenaway in conferenza stampa

Greenaway in conferenza stampa

  • RSI

Bianco e nero anche nelle scene iniziali del nuovo film di Peter Greenaway, che poi passa al colore. Eisenstein in Guanajuato omaggia in maniera alquanto singolare il grande regista russo di Sciopero, La corazzata Potemkin, Ottobre e così via (un maestro dei grigi come pochi). Greenaway mette in azione il suo solito cinema barocchissimo e pieno di materiali che si amalgamano, per narrare il soggiorno messicano di Eisenstein, quando nel 1931 andò per girare un film. Non vorrei sembrarti ossessivo, caro diario, ma ahilui sfuma ben presto in grigio anche il buon Sergei, congiungendosi in maniera pochissimo ellittica con un attrezzato messicano baffuto. Film adattissimo alla Berlinale, dunque, da sempre e anche quest’anno festival particolarmente ricettivo nei confronti dei film che parlano di omosessualità. Greenaway lontanissimo dai film che mi stregarono da ragazzo, ma almeno questa volta ha una storia da raccontare, un protagonista da seguire e non le solite opere d'arte da affastellare.

Sfumature murali

Sfumature murali

  • RSI

Vabbè, dai, andiamo alla Sfumature, sperando che la proiezione tardoserale sia meno affollata di quella pomeridiana. Intanto domani tocca alla Vergine giurata, coproduzione della RSI in concorso. Siamo pronti.

mz

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