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Genetica o no? Dilemma

Inasprire i divieti alle sperimentazioni? È uno dei temi trattati alla conferenza ONU sulla biodiversità, apertasi sabato a Sharm El-Sheik

  • 17 novembre 2018, 11:24
  • 6 settembre 2023, 05:26
Una volta modificati genticamente, come interagiranno gli organismi con l'ambiente?

Una volta modificati genticamente, come interagiranno gli organismi con l'ambiente?

Di: Bleff

Un meeting delle Nazioni Unite sul tema della biodiversità, con rappresentanti da tutto il mondo, si è aperto sabato in Egitto a Sharm El-Sheik.

I lavori saranno relativi alla "Convenzione sulla diversità biologica" (CBD), adottata da 168 paesi a Nairobi nel 1992. Tre gli obbiettivi della convenzione: la conservazione della diversità biologica; l'uso sostenibile delle sue componenti; l'equa divisione dei benefici di queste risorse genetiche (...) con un appropriato trasferimento delle tecnologie necessarie.

Ostacolare l'ingegneria genetica?

Ma quali sono queste "tecnologie necessarie"? E soprattutto: rischiano di essere dannose per l'ecosistema? Da anni si discute sull'appropriatezza di istituire divieti e moratorie. L'ingegneria genetica ha grande potenziale, per esempio nell'eradicare malattie come la malaria, ma presenta anche il rischio di modificare irrimediabilmente l'ecosistema. E secondo alcuni questo rischio è troppo alto.

I favorevoli ai divieti

Già durante il meeting di due anni fa, molte associazioni, tra cui la canadese ETC (www.etcgroup.org) con sede a Ottawa, fecero pressioni affinché si istituiscano delle moratorie. Ma lo stesso Jim Thomas, co-executive director di ETC, si rende conto che sarà una battaglia difficile: "I Governi di Canada, Australia, Nuova Zelanda e Giappone hanno tutti storicamente fatto pressione contro i limiti alle biotecnologie - ha osservato - E qualsiasi aggiunta al trattato, comprese le parti che invitano i Governi a non rilasciare nell'ambiente organismi geneticamente modificati, deve essere raggiunta per consenso unanime".

"Non ostacolate la ricerca"

D'altro canto, ci sono anche coloro che si battono affinche si lasci "libertà alla scienza". Una lettera aperta del 14 novembre del "Gene Drive Network" (https://genedrivenetwork.org/open-letter) raccoglie il parere di un centinaio di scienziati, secondo cui "chiudere la porta alla ricerca creando barriere arbitrarie limiterà in modo significativo la nostra capacità di fornire risposte ai decisori politici e alla gente. La moratoria suggerita al CBD impedisce la piena valutazione del potenziale dell'ingegneria genetica".

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