Tech&Scienza

"Pensiamo anche ai valori"

Rivoluzione industriale 4.0, intervista al presidente del Consiglio europeo della ricerca Jean-Pierre Bourguignon

  • 24 gennaio 2016, 14:51
  • 7 giugno 2023, 16:58
Il matematico francese Jean-Pierre Bourguignon presiede l'ERC dal 2014

Il matematico francese Jean-Pierre Bourguignon presiede l'ERC dal 2014

  • ec.europa.eu

"L'importante è rimanere vigili e assicurarci che i cambiamenti non vadano a scapito dei valori. Pensiamo alla privacy. Ci vogliono anche persone come filosofi e artisti che si preoccupano dei valori non dei prodotti". Ad affermarlo ai microfoni della RSI è i presidente del Consiglio europeo della ricerca (ERC) Jean-Pierre Bourguignon presente a Davos al forum 2016 incentrato sulla quarta rivoluzione industriale spinta da automazione e computerizzazione. Due processi che hanno rivoluzionato la vita delle persone negli ultimi anni e che probabilmente saranno al centro di molti cambiamenti anche nel prossimo futuro.

"Se guardo al mio quotidiano di 20-30 anni fa vedo il posto che hanno preso oggi internet e i telefonini intelligenti. Hanno cambiato il modo di fare gli acquisti, di occupare il tempo, di comunicare. Dire come vivremo fra 30 anni è estremamente difficile. Uno smartphone di oggi ha più potenza di calcolo di un supercomputer degli anni 60. Quanto abbiamo oggi allora era impensabile, perciò come possiamo prevedere cosa ci riservano i prossimi 30 anni?" si domanda il 69enne matematico francese già presidente della Société mathématique de France, alla testa dell'European Mathematical Society e direttore dell'Institut des Hautes Études Scientifiques.

L'UNIVAC I del 1951, il primo computer commerciale

L'UNIVAC I del 1951, il primo computer commerciale

  • wikipedia

Di una cosa Jean-Pierre Bourguignon è però certo. Il vecchio continente, in un mondo digitale che sembra dominato dai colossi statunitensi, ha le sue carte da giocare. E ciò a condizione di non perdere la sua specificità. "È vero che le società di questo tipo sono basate negli stati uniti. Ma sono attive a livello mondiale e hanno sedi e laboratori all'estero. pensiamo a google con un centro ricerca in Svizzera. Sono gruppi che si considerano internazionali, come la cinese huawei che ha appena aperto dei laboratori in Francia per design e programmazione. Sono imprese che vogliono approfittare della diversità che il mondo offre. per essere interessante l'Europa deve trattenere i suoi migliori ricercatori, e una delle iniziative per farlo è il Consiglio per la ricerca. Dobbiamo trarre profitto dalla tradizione dell'Europa nella ricerca e dalla diversità culturale che è una chance e non un ostacolo".

Diem/RG


RG 12.30 del 24.01.16: l'intervista di Luca Fasani a Jean Pierre Bourguignon

RSI Tech&Scienza 24.01.2016, 14:24

Il nostro dossier: Occhi puntati su Davos

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