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Il gruccione vince, l'aringa perde

Il WWF fa il punto sulle specie che hanno visto la loro situazione migliorare nel 2018 e quelle che sono invece sempre più a rischio

  • 27 December 2018, 12:27
  • 9 June 2023, 03:07
  • CLIMA 2017

Animali, vincenti e perdenti del 2018

RSI Voceanimale 27.12.2018, 13:26

Di: sf

Il 2018 ha visto migliorare la situazione per alcuni animali, mentre altri si trovano sempre più in difficoltà. Il WWF ha fatto il punto delle specie vincenti e perdenti per l'anno che sta per chiudersi.

Partendo dal lato positivo, troviamo il gruccione, un uccello che ha una dieta di insetti di grandi dimensioni e che ha visto il proprio habitat naturale espandersi grazie all'aumento delle temperature. In Australia il quoll orientale, un piccolo marsupiale, era scomparso 50 anni fa, sopravvivendo solo in Tasmania. Gli sforzi per reintrodurlo sono stati premiati quest'estate con la nascita della prima cucciolata nel sud-est dell'Australia. Anche la foca grigia del baltico ha visto nascere un nuovo piccolo, dopo essere stata quasi completamente sterminata. Buone notizie anche per i gorilla di montagna, che hanno visto la loro popolazione crescere, anche se sono sempre minacciati da bracconaggio, malattie e cambiamento climatico. Leggero miglioramento della situazione pure per le balene grigie, che sono passate da “a minaccia di estinzione” a “gravemente in pericolo”.

Tra i gradi perdenti del 2018 si trova invece l'aringa del Baltico, la cui presenza era considerata inesauribile ma che negli ultimi 60 anni ha perso la maggior parte delle praterie sottomarine, importanti per la riproduzione, e la cui popolazione è in costante calo da 10 anni. L'orango di Tapanuli, scoperto nel novembre del 2017, è già la scimmia più rara al mondo, con solo 800 esemplari, e vede il suo habitat in costante erosione. Le tartarughe, sopravvissute da quando i dinosauri popolavano il pianeta, rischiano ora di sparire, con la metà delle specie conosciute che risulta minacciata. La popolazione della saiga mongolica, un'antilope presente in Russia, dopo essere stata decimata da una pestilenza nel 2017, è stata ulteriormente indebolita da un duro inverno. Il gufo delle nevi, finora considerato ampiamente diffuso, ha visto le stime della sua popolazione passare da 200'000 a soli 28'000 uccelli e dipende dalla presenza di lemming, sua preda preferita, anch'essi messi in crisi dai cambiamenti del clima.

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