Volgiamo lo sguardo a laghi e fiumi nella nostra ultima puntata prima della pausa estiva. In una comunicazione recente la Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana (SUPSI) ha confermato, fondandosi su studi a cui ha partecipato a livello internazionale, che dietro il riscaldamento delle acque del Ceresio non bisogna cercare cause locali, ma ce n’è una globale, la solita: il cambiamento climatico.
Secondo gli esperti l’aumento delle temperature facilita la fioritura di alghe potenzialmente nocive e un minor mescolamento degli strati d’acqua con diverse temperature. Quest’ultimo fenomeno causa carenze di ossigeno negli strati più profondi e favorisce gas nocivi, come il metano e l’idrogeno solforato. Gli organismi acquatici stanno subendo questi fenomeni tanto che i ricercatori temono stravolgimenti delle comunità biologiche e perdite di biodiversità.
Partiremo quindi da questo studio per valutare lo stato di salute di Ceresio e Verbano, così come dei fiumi, alle porte di una stagione che li vedrà per forza di cose protagonisti nel bene (svago e turismo), ma forse anche nel male come fu il caso lo scorso anno con il problema della fioritura delle alghe.
Intervengono:
Danilo Foresti, collaboratore scientifico dell’Ufficio caccia e pesca, Canton Ticino;
Fabio Lepori, professore in ecologia acquatica applicata, Istituto di scienze della terra, SUPSI;
Michela Rogora, ricercatrice presso l’Istituto di ricerca sulle acque, Cnr Verbania;
Mauro Veronesi, capo Ufficio protezione acque e approvvigionamento idrico, Canton Ticino.
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