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Laus Polyphoniae: il festival di Musica Antica di Anversa

Raccontato da Paolo Scarnecchia

  • 30 August 2018, 15:00

RETEDUECINQUE
Giovedì 30 agosto 2018 alle 15:00

Dal 16 al 26 agosto 2018 si è svolta ad Anversa la venticinquesima edizione del Festival di musica antica Laus Polyphoniae, che è uno dei principali punti di riferimento della prassi musicale storicamente informata in Europa. La sua prima edizione del 1994 è stata dedicata a Orlando di Lasso, e da allora il festival ha esplorato e approfondito non soltanto le musiche polifoniche franco-fiamminghe, ma anche quelle iberiche, italiane, francesi, inglesi e di altri autori, come ad esempio Claudio Monteverdi. Fino al 2008 il Festival è stato diretto da Lieve Schaubroek e dal 2009 da Bart Demuyt, che per festeggiare questo importante anniversario ha preferito riassumere l’arco cronologico delle precedenti edizioni senza definire un tema specifico, ma soltanto una soglia temporale: 1618. Questa è la data della consacrazione della chiesa barocca di Sant’Agostino che ha smesso di essere un luogo di culto religioso, per divenire un luogo di culto musicale. Dalla nascita del Festival questa chiesa è infatti il suo principale auditorium, con l’edificio annesso che è la sede di Amuz, l’istituzione che ne cura l’organizzazione. I numerosi concerti di questa edizione hanno abbracciato musiche medievali, rinascimentali e barocche, riassumendo simbolicamente la storia del Festival, e quattro di questi sono stati dedicati alla esecuzione integrale delle quarantanove chanson, più un Ave Regina, contenute in un piccolo codice di cui non solo si ignorava fino a tre anni fa l’esistenza. Questo piccolo manoscritto di formato tascabile redatto presumibilmente dopo il 1470, contiene anche dodici chanson anonime che rappresentano una importante scoperta perché non esistono corrispondenze con brani noti contenuti in altri codici, come per le restanti trentotto composizioni. Al Canzoniere di Lovanio, custodito presso la Fondazione Alamire durante il Festival è stato dedicato anche un colloquio internazionale, e grazie alla collaborazione di Amuz, Ars Altis e Radio Klara, possiamo ascoltare uno di questi piccoli tesori musicali che riemerge dopo cinque secoli di oblio, insieme a qualche altro esempio del variegato programma di questa felice edizione. (P.S.).

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