Blu come un'arancia

Le ombre di un mito

Heinrich Pestalozzi e il triste destino del figlio, a cura di Raffaella Barazzoni

  • 18 dicembre 2017, 11:35
Johann Heinrich Pestalozzi di Hugo Siegwart, Zurigo

Johann Heinrich Pestalozzi di Hugo Siegwart, Zurigo

  • Keystone

BLU COME UN’ARANCIA
Da lunedì 18 a venerdì 22 dicembre 2017 alle 10:35
Replica il giorno seguente alle 01:30

“L’unico libro che studio da anni è l’uomo”. Così scriveva nel 1782 in una lettera ad un parroco, Johann Heinrich Pestalozzi, pioniere della pedagogia moderna e padre del celebre metodo educativo basato sui tre concetti contenuti nella formula “testa, cuore, mano”. Pestalozzi ebbe una vita segnata da grandi difficoltà economiche e anche da contrasti con i suoi più stretti collaboratori: circostanze che lo costrinsero più volte ad abbandonare importanti progetti, in favore dell’infanzia abbandonata, che lui stesso aveva contribuito a realizzare. Prolifico scrittore, la sua opera omnia è raccolta in quarantacinque volumi. Tra i suoi principali biografi vi è lo storico svizzero Peter Stadler che lo definì a tutt’oggi una delle personalità svizzere più celebri. Se al vasto e complesso pensiero dell’educatore zurighese è stata dedicata molta letteratura, qualche ombra si è spesso allungata sui rapporti che Pestalozzi ebbe con il suo unico figlio, noto con il nomignolo di Jacqueli. Di recente due storici hanno pubblicato i risultati di una ricerca condotta sui diari personali di Pestalozzi e della moglie Anna Schultess, in cui appare evidente che molto spesso il ragazzo, fin dalla più tenera età, patì le conseguenze di un atteggiamento educativo molto rigido e contradditorio con i principi stessi propugnati dal pedagogo nei suoi scritti. In questa serie di “Blu come un’Arancia” ripercorreremo alcune tappe significative della vita di Pestalozzi, intrecciandole con il triste destino del figlio.

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