Blu come un'arancia

Serafino, il ragno e la tigre

Luigi Pirandello e il cinema, di Mattia Lento

  • 7 maggio 2018, 12:35
pirandello

BLU COME UN’ARANCIA
Da lunedì 07 a venerdì 11 maggio 2018 alle 10:35
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"Quaderni di Serafino Gubbio operatore" è un romanzo straordinario. L'opera, pubblicata per la prima volta a puntate nel 1915 con il titolo provvisorio di “Si gira...”, non è tra le più conosciute e apprezzate della sterminata produzione di Luigi Pirandello, ma merita comunque di essere letta e approfondita.

Con questo romanzo si acuisce irrimediabilmente la crisi del personaggio pirandelliano: Serafino Gubbio, di mestiere operatore cinematografico, è vittima della sua stessa professione, che lo avrebbe ridotto a mero servitore di una macchina da presa. Egli è diventato un tutt'uno con il marchingegno e non riesce più a dare significato alla vita e alle cose. La sua voce è quella di un artista alienato.

In un momento in cui i futuristi celebravano le macchine e la velocità, Pirandello mostra invece tutto il suo disprezzo per la tecnica e la modernità. Eppure, nonostante la sua tecnofobia, il romanzo è una testimonianza eccezionale del mondo del cinema muto italiano dei primi anni Dieci e offre persino, in alcune parti, delle considerazioni che hanno tutto il carattere di una teoria cinematografica ante litteram.

Se ne accorgerà qualche anno dopo Walter Benjamin, che nel suo famoso saggio "L'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilità tecnica" citerà esplicitamente Pirandello e riprenderà alcune idee espresse nel romanzo.

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