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Corsivo

Parole nuove (e inclusive)

di Pierre Lepori

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  • 5.3.2021
  • 3 min
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“Ma gli idoli di oggi più morti sono le parole. Ci siamo forgiati a partire da loro delle statue invisibili che veneriamo meccanicamente; ci inginocchiamo davanti alle parole magiche, agitate come feticci… Mentre dovremmo rimettere le parole nel loro dispendio, nella loro marcia, nel loro cammino, la loro passione, nella loro via rovente. Il linguaggio deve essere rinfuocato. Il nostro corpo è trascinato col pensiero. La respirazione dà ordine di attraversare, ci ricorda che siamo animali in transito” (Valère Novarina)

Quando ero piccolo, oltre a innamorarmi di tutto (come nella canzone del Faber), avevo deciso d’imparare il Devoto-Oli a memoria: forse esagero un po’, ma ricordo perfettamente di essermi detto (correvano i ruggenti anni Settanta) che nel dizionario c’erano tante parole stupende e che era un peccato non conoscerle tutte. Rassicuratevi, mi ero fermato a “abbacinato” e “abborracciato”, ma da allora la gioia di giocare e smanettare con le parole non troppo comuni (quelle che il De Mauro chiama “parole ad alta disponibilità”) non mi ha mai abbandonato.


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