La Tate di Londra ha concluso un accordo singolare con un artista Maya e con il suo popolo. Acquisire non l’opera bensì la “custodia” di un’opera d’arte dell’artista guatemalteco Edgar Calel, appartenente al popolo Kaqchikel. Non solo la Tate avrà il compito di custodire l’installazione per 13 anni, ma dovrà anche assicurare al popolo Maya le condizioni favorevoli per effettuare, ogni volta che occorre, il rituale essenziale a completare il senso di questa opera d’arte.

Partiamo da qui, con l’aiuto del direttore del Museo delle Culture, l’antropologo Francesco Paolo Campione, per una riflessione più ampia su come i musei stiano cercando, faticosamente, di lasciarsi alle spalle quegli atteggiamenti colonialisti che ne hanno caratterizzato il funzionamento negli ultimi secoli.