Domenica in scena

"Ardore e cenere"

Storia di un imprenditore bernese a Venezia, Radiodramma di Wilfried Bolliger-Savelli

  • 27 May 2018, 17:35
Busto a Giovanni Stucky

Busto a Giovanni Stucky

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DOMENICA IN SCENA
Da domenica 27 maggio a domenica 03 giugno 2018 alle 17:35

Regia Claudio Laiso
Con Antonio Ballerio (Giovanni Stucky), Matteo Carassini (Giancarlo Stucky), Claudio Moneta (Damian Keller), Christian Poggioni (Giovanni Bruniera). Margherita Coldesina (Chiara), Diego Gaffuri, Mario Cei, Massimo Loreto, Massimiliano Zampetti, Davide Garbolino, Jasmine Laurenti, Anahì Traversi, Davide Casarin, Mirko d’Urso, Roberto Albin, Luca Maciacchini, Jasmine Mattei
Suono: Thomas Chiesa
Produzione: Francesca Giorzi
(PRODUZIONE RSI 2017)

Andato in onda per la prima volta in febbraio in "Colpo di scena" proponiamo ora in due puntate l’interessante radiodramma originale “Ardore e cenere” che narra la storia del bernese Giovanni Stucky imprenditore del famoso Mulino.

Il regista/sceneggiatore svizzero Wilfried Bolliger ha “conosciuto” Giovanni Stucky sulla terrazza dell’Istituto svizzero di Roma a Venezia (il Palazzo Trevisan degli Ulivi si affaccia infatti proprio sul canale della Giudecca) ed ha subito capito che c’era una storia da sceneggiare.

Negli anni trenta dell'Ottocento Giovanni Stucky cresce in un ambiente ricco di stimoli; per lui la strada verso il mondo imprenditoriale è già spianata. Borghese, abile oratore e uomo di istruzione, frequenta i migliori salotti d'Europa perfezionando così le sue competenze dapprima in Italia e quindi in Svizzera, Francia, Germania e in Ungheria. Esperienze diverse che lo portano a sviluppare nuove tecniche di lavorazione del grano per sfruttare l'enorme potenziale dato all'epoca dal trasporto via mare.

Ogni giorno erano poco meno di 1'500 gli operai che si recavano sull'isola della Giudecca a lavorare gli oltre 2'500 quintali di farina prodotti. Una macchina che non si fermava nemmeno di notte, grazie anche a quell'energia elettrica che proprio in quell’ edificio fu utilizzata per la prima volta a scopo privato.

Progressista e visionario il Cavaliere Stucky introdusse nella sua azienda misure come

l'assicurazione per gli infortuni e le malattie stipulata per ogni suo operaio, in un'epoca in cui (a fine ‘800), in Italia, non esisteva nemmeno il concetto di "previdenza sociale". Nel suo villaggio di Villanova di Portogruaro, aveva costruito case in muratura per i suoi coloni e le aveva anche arredate con tavoli, letti, credenze.

Giovanni Stucky però si comportò con imprudente indulgenza, anche nei confronti del suo assassino, rifiutandosi sempre di denunciarlo, nonostante quest'ultimo lo avesse più e più volte minacciato. Ma non solo, arrivò al punto di regalargli una cospicua somma di danaro perché potesse pagarsi un avvocato che lo aiutasse a riscuotere un indennizzo per un suo infortunio sul lavoro che l'assicurazione non voleva pagare. Nel 1910 venne assassinato sugli scalini della Ferrovia.

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