Filosofia

Boezio di Dacia, un maestro dimenticato

di Letizia Bolzani

  • 13 February 2018, 11:35
"Sull’eternità del mondo, Sui Sogni, Sul Sommo Bene"

"Sull’eternità del mondo, Sui Sogni, Sul Sommo Bene" - Luca Bianchi (dettaglio copertina)

  • lavitafelice.it

GERONIMO
Filosofia
Martedì 13 febbraio 2018 alle 11:35
Replica alle 23:33
Replica sabato 17 febbraio 2018 alle 09:00

Composto intorno al 1270, il "De Aeternitate mundi" è uno dei capolavori del pensiero medievale, ma fu a lungo oscurato, dapprima dal decreto censorio promulgato dal vescovo Tempier nel 1277, che lo ritenne, in quanto ritenuto seguace di un aristotelismo radicale, pericoloso per la fede cristiana, e poi anche dalla tradizione successiva, che lo liquidò come un averroista latino. In realtà Boezio di Dacia, filosofo danese che fu maestro alla Facoltà delle Arti di Parigi nella seconda metà del XIII secolo, non si ritenne mai eterodosso rispetto alla dottrina cristiana e sviluppò un pensiero originale che ha ancora molto da dirci anche oggi, ad esempio sul rapporto tra verità filosofico-scientifiche e verità di fede.

L’occasione per conoscerlo meglio ed approfondirne il pensiero ci è data dalla pubblicazione, per le edizioni La Vita Felice e a cura di Luca Bianchi, delle sue opere "Sull’eternità del mondo, Sui Sogni, Sul Sommo Bene".

A guidarci alla scoperta di Boezio di Dacia sarà Maria Teresa Fumagalli, profonda conoscitrice del pensiero medievale e già titolare della cattedra di Storia della Filosofia Medievale all’Università degli Studi di Milano.

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