GERONIMO
Libri
Mercoledì 20 dicembre 2017 alle 11:35
Replica alle 23:33
L’India ha sempre affascinato gli scrittori e gli artisti occidentali. E non solo loro: qualche anno fa c’era stata addirittura la proposta di mettere un marchio d’origine e di qualità sullo yoga, per evitare che l’antica pratica diventasse solo una ginnastica alla moda.
Ma è accaduto anche l’inverso: scrittori come Salman Rushdie e Amitav Ghosh hanno praticato la forma tutta occidentale del romanzo. Scrivendo in inglese, la lingua dei conquistatori - ma anche, parola di Salman Rushdie, “l’unica lingua in cui un indiano può parlare a un altro indiano senza offenderlo”. Con Anna Nadotti, saggista e traduttrice di molti scrittori angloindiani ma anche di Virginia Woolf, ripercorriamo la storia di questa fascinazione.