"In The Court Of The Crimson King – King Crimson At 50" di Toby Amies, Toby Amies Films (dettaglio di copertina)
La Recensione

“In The Court Of The Crimson King”

di Franco Fabbri

  • tobyamies.com
  • 2.3.2023
  • 24 min
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  • Musica

"In The Court Of The Crimson King – King Crimson At 50" è un film di Toby Amies, realizzato a partire dalla tournée internazionale con la quale il gruppo celebrava, nel 2019, il cinquantenario dell’uscita del suo primo album. Fu nei commenti critici su quell’album ("In The Court Of The Crimson King") che cominciò a circolare, nei primi mesi del 1970, l’espressione “progressive rock”. Il film è stato pubblicato alla fine del 2022 su un doppio supporto, DVD e Blue-ray, che contiene, come si usa, vari extra, tutt’altro che secondari. Per gli ultra appassionati dei King Crimson, quelli che (come si argomenta nel film) hanno vissuto il momento più alto della loro esperienza musicale di tutta la vita assistendo a un concerto del gruppo – e proprio per questo vogliono tornarci – il film raccoglie molti spezzoni interessanti, sia della tournée del cinquantenario, sia di altri momenti, a partire dal concerto leggendario del 1969, quando il gruppo fu chiamato a fare da spalla ai Rolling Stones davanti a seicentomila persone a Hyde Park, e letteralmente rubò loro la scena. Ma molte di quelle cose si trovano anche su YouTube, e non è per quelle che il film va visto. Sono le riprese dietro le quinte a costituire il vero valore del film: gli esercizi dei musicisti sul loro strumento, le discussioni sul carattere del leader, Robert Fripp, e la di lui implacabile filosofia di vita e musicale, le opinioni di molti dei musicisti che hanno fatto parte dei King Crimson, fin dall’inizio (almeno, quelli che sono sopravvissuti, a mezzo secolo di distanza). Ciò che forse colpisce di più è l’acume, l’intelligenza di ciascuno di quei rocker, l’assenza delle banalità che normalmente si avvicendano nei “rockumentaries”, la serietà con cui vengono affrontati i temi più strettamente musicali e quelli dei rapporti interpersonali. E anche le numerose inquadrature del pubblico durante le performance, degne di essere studiate da chi blatera della distrazione del pubblico del rock. Fra gli extra c’è la ripresa di un unico brano di oltre venti minuti, “Starless” (nella versione della tournée con tre batteristi), che alcuni considerano uno dei vertici dell’intero repertorio del progressive rock. Per quelli che hanno conosciuto Robert Fripp per i suoi arrangiamenti di “classici” del rock pubblicati in rete (insieme alla moglie Toyah Willcox) durante la pandemia, un buon punto di partenza.

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