Víkingur Ólafsson, pianista islandese classe 1984 che già altre volte abbiamo recensito entusiasticamente, prosegue con le sue brillanti interpretazioni, raccogliendo e allargando un repertorio che fino a oggi aveva in Johann Sebastian Bach il fulcro principale. In questo caso, come denuncia senza possibilità di equivoci il titolo, si tratta di Mozart e di alcuni suoi contemporanei, in particolare austriaci e italiani. Gli anni di composizione della maggior parte delle opere sono quelli intorno al 1780 e dunque Galuppi, Cimarosa e Haydn fanno bella mostra di sé attraverso il suono davvero straordinario di questo giovane ma decisamente maturo interprete.
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