iStock-Cantiere di costruzione, Costruire, Industria, Industria edile, Lavorare
Laser

Gentifrication: cosa c’è dietro il lifting urbano?

di Romano Giuffrida

  • iStock
  • 6.3.2019
  • 25 min
Disponibile su
Scarica
  • Arte e spettacoli

Non tutti sanno che il termine “gentrification” (gentrificazione in italiano), noto a urbanisti e architetti da diversi decenni, ma diventato di uso abbastanza comune negli ultimi anni, ha, alle sue origini, una connotazione più sarcastica che ironica. La parola, che nel suo significato denota la conquista di un territorio urbano centrale da parte di un gruppo di persone differenti per posizione di classe rispetto agli abitanti precedenti, si forma infatti attorno al concetto di “gentry”, di origine britannica e risalente al XIV secolo, che stava ad indicare la piccola borghesia terriera che era riuscita a comprarsi titoli nobiliari. Detto in altre parole, stava a indicare una classe di parvenus, di arricchiti. Nella sua declinazione odierna, naturalmente, il significato originario si è quasi del tutto perso, a favore di un senso più generico che indica una prassi urbanistica volta alla ristrutturazione e riqualificazione di quartieri cittadini. Quello della gentrification è un fenomeno che dagli anni Ottanta sta interessando moltissime città del mondo occidentale in quanto, al di là delle eventuali necessità di ristrutturazione urbana, il processo di riqualificazione mette in moto una circolazione enorme di capitali sia in fase di realizzazione che nelle ricadute sulle amministrazioni pubbliche, sul commercio, sul turismo e sulle istituzioni culturali. Il rovescio della medaglia è rappresentato dal fatto che tale riqualificazione comporta automaticamente aumenti esponenziali dei costi degli affitti con la conseguente espulsione dei ceti meno abbienti che vivevano il quartiere ristrutturato. Adele Gerosa e Anna Stasiak, incontrate da Romano Giuffrida, sono due abitanti di una via milanese interessata dal fenomeno della gentrificazione e loro, proprio per tutelarsi dalle minacce di espulsione dal quartiere, hanno fondato l’Associazione “Ca’ Sarpi” (dal nome della via Paolo Sarpi dove abitano), e, insieme agli altri abitanti a rischio di sfratto, si stanno opponendo alle politiche di nuova urbanizzazione in atto. La loro storia ha dato lo spunto per un approfondimento sulla tematica della gentrification insieme al sociologo Giovanni Semi, autore di uno studio specifico sul tema dal titolo "Tutte le città come Disneyland?" (Ed. Il Mulino) e Mario Maffi, già docente di letterature e cultura angloamericana all’Università statale di Milano, autore del volume "Città di memoria" (Ed. Il Saggiatore).

Scopri la serie