"Non penso quasi mai, ma cerco: e qualche volta, per fortuna, trovo”: si presenta così Giovanni Arpino, scrittore che rifiuta le mode e gli incasellamenti dottrinari. Mentre nella seconda metà del Novecento si azzardano sperimentalismi e si proclama la morte del romanzo, Arpino racconta storie, lasciando i personaggi liberi di muoversi secondo le mutevoli possibilità della vita, senza aggredirli o snaturarli in nome di questo o di quell'ancoraggio teorico. Ma Arpino, intellettuale atipico e irregolare, cultore della parola e dell'amicizia, fedele soltanto alla sua elegante originalità (“la vita o è stile o è errore”), è stato un bracconiere di storie e di personaggi anche nell'approccio letterario al giornalismo sportivo. Ne parleremo con Bruno Quaranta e Darwin Pastorin.
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