Un imam impegnato nelle letture del Corano presso la moschea di Lugano
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Il Corano e la storia, la storia del Corano (2./2)

di Roberto Antonini

  • TiPress
  • 7.1.2022
  • 23 min
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Quando fu scritto il Corano? E da chi? Fu un testo di rottura con la tradizione? In "Le Coran des Historiens" monumentale opera curata dagli islamologi Mohammed Ali Amir-Moezzi e Guillaume Dye, il testo sacro dei musulmani viene analizzato come un documento storico, espressione di un’epoca, di una cultura e delle battaglie per il potere. Uno studio coraggioso che riprende la metodologia (archeologia, epigrafia, analisi di testo) già utilizzata per gli studi biblici e che ci informa sulla realtà storica di un libro che ha condizionato intere civiltà in epoche diverse. Per il fedele il libro sacro dei musulmani è opera e parola di Dio, dettato a Maometto in diversi momenti della sua carriera profetica. Il messaggio fu poi trasmesso dal Profeta ai sui compagni alla Mecca (tra il 610 e il 622 d.C) e poi a Medina (dal 622 al 632 dell’era cristiana). Fu poi messo in forma scritta e riunito in un codice (manoscritto) qualche anno dopo la morte del profeta sotto il terzo califfo Uthman. Per gli studiosi e scienziati però le cose andarono diversamente. Il testo sarebbe un corpus di diversi testi, scritti a più mani in epoca tardiva, verosimilmente al termine del primo secolo dell’Egira, il VII secolo dell’era cristiana e trovò una certa coerenza e unità sotto il quinto Califfo omayyade, Abd al-Malik nell’ottica imperiale araba (una lingua una religione per tutti). E fino al IV secolo dell’Egira (XI sec d.C) circolarono diversi "Corani" con messaggi diversi e contrastanti.

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