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Italiani d’altrove: l’italianità nel Vallese

di Patrizia Cirino, Ebe Giovannini e Claudia Cancellotti

  • 12 June 2018, 09:00
Tragedia di Mattmark

30 agosto 1965: il crollo del ghiacciaio dell'Allalin, durante i lavori della costruzione della diga di Mattmark, provocò la morte di 88 lavoratori di cui 56 italiani e 23 svizzeri.

  • Keystone

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Martedì 12 giugno 2018 alle 09:00
Replica alle 22:35

La scelta coraggiosa di inserire nella Lista delle Tradizioni Viventi l’italianità nel Vallese esprime un modo inedito e originale di interpretare il patrimonio culturale immateriale in Svizzera: un approccio che supera le categorie classiche, individuando nel vissuto delle pratiche il tessuto connettivo fra gli aspetti materiali e immateriali del patrimonio culturale che garantisce la continuità delle tradizioni nell’ambito del cambiamento.

Sin dal XIX secolo emigranti italiani hanno contribuito allo sviluppo del Vallese, portando con sé saperi pratici e capacità di cui al tempo il cantone, prevalentemente agricolo, scarseggiava.

Tuttavia, il pieno riconoscimento del ruolo degli italiani nella costruzione del Vallese moderno e nel suo rapido sviluppo economico e socio-culturale rappresenta un fatto piuttosto recente, scaturito da una riflessione collettiva segnata anche da eventi traumatici, come la tragedia di Mattmark del 30 agosto 1965, dove persero la vita a 58 operai italiani.

Promuovere l’attenzione sul savoir faire degli italiani nel Vallese è un modo per aprire un dialogo e un terreno di confronto sulla memoria delle comunità e dei luoghi a partire da una memoria condivisa e da un’idea di patrimonio capace di accogliere tutta la complessità dei fenomeni culturali.

La proposta che emerge è di non irrigidire, attraverso il processo di patrimonializzazione, la relazione fra un territorio, le sue espressioni culturali e chi ne è produttore per celebrare delle ‘piccole patrie’, quanto di riflettere sul senso di appartenenza multi-situata delle comunità competenti e sul dinamismo delle espressioni culturali. Le tradizioni viventi non si definiscono, infatti, in relazione a un territorio ma in relazione alla collettività di cui incarna valori, saperi, pratiche culturali e modi di vita.

Un sentito ringraziamento agli speaker Adriano Monti-Buzzetti e Carlo Bravetti

Il documentario è stato realizzato nell’ambito del progetto “Storie e voci delle Tradizioni”, co-finanziato dalla Fondazione Svizzera per la radio e la cultura, (FSRC) e con la collaborazione della Fonoteca Nazionale Svizzera.

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