Casa delle riunioni di Motueka
Laser

La scultura maori

di Luca Beti

  • © Luca Beti, RSI
  • 24.1.2020
  • 24 min
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  • Scienze umane e sociali
  • Arte e spettacoli

Nella trasmissione di oggi vi proponiamo un viaggio agli antipodi della Terra, in Nuova Zelanda, dove andiamo alla scoperta della scultura maori. Era un'arte che stava scomparendo negli anni Venti del secolo scorso. Per la cultura maori, che non conosceva la scrittura, sarebbe stata una perdita enorme. Oltre ad avere una funzione estetica, i bassorilievi e le figure antropomorfe trasmettono la storia delle tribù, le canzoni, le leggi che regolano la vita delle comunità. Inoltre, le sculture lignee fanno rivivere gli antenati nelle grandi case delle riunioni, le case intagliate. È grazie all'attivismo di alcuni politici maori se nei primi decenni del 20º secolo le tradizioni, l'artigianato e la scultura vivono una prima rinascita. Nel 1926 viene fondata la prima scuola nazionale di arte e artigianato a Rotorua, chiusa 13 anni dopo con lo scoppio della Seconda guerra mondiale. Nel 1967 viene riaperto un nuovo istituto, il New Zealand Arts and Crafts Institute at Te Puia, dove insegna Clive Fugill. Entrato nel 1967 come allievo, oggi, 52 anni dopo, continua a trasmettere le sue competenze e conoscenze ai giovani scultori maori, provenienti da tutta la Nuova Zelanda. È anche grazie a lui se negli ultimi decenni la scultura maori gode di grande popolarità e sta vivendo un'epoca d'oro. Nell'odierna puntata di “Laser”, Clive Fugill ci porterà alla scoperta della scultura maori, a quelle affascinanti figure antropomorfe, distorte e stilizzate, con la lingua in fuori, le gambe flesse, le mani a tre dita e gli occhi di madreperla. Sentiremo anche la voce di Sean Delany, assistente sociale maori, il coro della comunità maori di Motueka e il canto di Lee-Anne, organizzatrice di viaggi turistici nelle tradizionali canoe a doppio scafo.

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