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Pablo è vivo. Perché?

di Guido Piccoli

  • 2 novembre 2018, 10:00
Pablo Escobar

Pablo Escobar con la moglie Victoria Henau Vallejos

  • Keystone

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Venerdì 02 novembre 2018 alle 09:00
Replica alle 22:35

Pablo Escobar sembra più vivo che mai. Lo provano romanzi, saggi e graphic-novel, ma anche film con protagonisti famosi e diverse serie televisive, delle quali la più celebre è "Narcos" di Netflix che ha fatto conoscere il boss a centinaia di milioni di persone nel mondo. Tutto ciò accade a venticinque anni dalla sua morte. Viaggiando nella sua Colombia, Guido Piccoli ha cercato di capire il perché di questa tardiva “resurrezione” mediatica, intervistando giornalisti, sceneggiatori, registi e documentaristi. Alcuni hanno lavorato sulle vicende di Escobar, altri ne sono stati perfino vittime. Ne è risultato uno scenario multiforme. C’è chi sostiene che Escobar rappresenti il simbolo, benché negativo, di una spregiudicata emancipazione sociale. Altri sottolineano la dimensione delle sue azioni, non soltanto nel campo criminale, ma anche politico e pubblico. Altri ancora ritengono che la ripresa d’interesse verso il boss sia favorita proprio dal fascino della gente comune verso i grandi criminali. E c’è infine chi ritiene Escobar un personaggio perfetto da raccontare e unico, perché non sarebbe mai esistito, anche in altre epoche storiche, un uomo così complesso ed esagerato certamente nel male, ma anche in qualcosa che è possibile definire “bene”: soprattutto per l’amore per la propria famiglia, che risultò il suo fatale tallone d’Achille.

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