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Perché hanno ucciso Giulio?

di Guido Piccoli

  • 20 dicembre 2018, 10:00
Giulio Regeni, ricercatore italiano ucciso al Cairo nel febbraio 2016

Giulio Regeni, ricercatore italiano ucciso al Cairo nel febbraio 2016

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Giovedì 20 dicembre 2018 alle 09:00
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In Egitto, dove ogni giorno decine di persone sono ammazzate o spariscono, il ricercatore Giulio Regeni poteva considerarsi, se non un intoccabile, sicuramente un privilegiato. Era un italiano: quindi di una nazione che ha enormi interessi commerciali in Egitto, soprattutto con l’Eni (l’Ente Nazionale Idrocarburi). E stava facendo una ricerca sul potente sindacato degli ambulanti per l’università di Cambridge: una ricerca impegnativa e anche scomoda, ma non sufficiente a spiegare le ragioni della sua morte, avvenuta dopo una settimana di atroci torture. L’omicidio, commesso quasi tre anni fa, rischia di incrinare le relazioni tra Il Cairo e Roma e ancora di più di rimanere impunito, come succede a quasi tutti i crimini perpetrati dalle cosiddette forze di sicurezza di uno stato. Benché il governo di Abd al-Fattah as-Sisi lo neghi, non ci sono più dubbi sugli esecutori, alcuni dei quali - ufficiali dei servizi segreti - sono stati incriminati dalla Procura di Roma. Ma ne rimangono enormi invece sul movente e sugli eventuali mandanti. In questo “Laser” Guido Piccoli cerca di rispondere a questa domanda, grazie alle opinioni (anche discordanti, soprattutto sul ruolo di Londra e dell’Eni) dell’ex senatore Luigi Manconi, che ha presieduto la Commissione della tutela dei Diritti Umani, di Beppe Giulietti, presidente della Federazione della Stampa, di Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International in Italia, e dei giornalisti Giulia Bosetti e Franco Fracassi.

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