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Scusi, lei canta jodel?

Lo jodel in Svizzera, di Patrizia Cirino, Ebe Giovannini e Claudia Cancellotti

  • 11 June 2018, 07:00
"Scusi, lei canta jodel?"
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Lunedì 11 giugno 2018 alle 09:00
Replica alle 22:35


Scusi, lei canta jodel?

Laser 11.06.2018, 11:00

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Inserito nel 2015 nella "Lista indicativa del patrimonio culturale immateriale in Svizzera", lo jodel nell’immaginario popolare è spesso associato ad un archetipo alpino e pastorale fuori dal tempo e dalla storia. Ma il canto jodel rappresenta un fenomeno complesso e dinamico, sia nella sua portata geografica e nello sviluppo storico, sia quale pratica musicale contemporanea.

Fin verso la fine del XVIII secolo, in Svizzera lo jodel era effettivamente patrimonio esclusivo di poche comunità pastorali alpine, dove la trasmissione era orale e la pratica integrata nei ritmi del lavoro e della vita quotidiana.

Con l’inizio della storia moderna della Svizzera ha preso avvio un processo di appropriazione delle antiche tradizioni locali di canto jodel da parte delle nascenti culture urbane, processo che ha determinato la progressiva espansione della sua diffusione e la diversificazione delle sue caratteristiche musicali e estetiche.

Questo movimento espansivo è continuato sino ai nostri giorni, rendendo il canto jodel una pratica viva e dinamica che si esprime non solo nel perpetuarsi di antiche tradizioni alpine, ma anche nei 20’000 cantori amatoriali raccolti nei club di jodler, e nelle sperimentazioni di molti musicisti svizzeri contemporanei.

Una realtà musicale e culturale ricca ed eterogenea, dunque, che negli anni è stata attraversata anche da tensioni e antagonismi, ma che è sottesa da un approccio condiviso alla tradizione intesa come risorsa comune da attuare in pratiche vissute, piuttosto che da pietrificare e ridurre a stereotipo.

Un sentito ringraziamento agli speaker Adriano Monti Buzzetti e Carlo Bravetti

Il documentario è stato realizzato nell’ambito del progetto “Storie e voci delle Tradizioni”, co-finanziato dalla Fondazione Svizzera per la radio e la cultura, (FSRC) e con la collaborazione della Fonoteca Nazionale Svizzera.

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