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Tullio Pericoli e l’anima della linea

di Emanuela Burgazzoli

  • 6 novembre 2018, 10:00
Tullio Pericoli, "I paesaggi", ed. Adelphi

Tullio Pericoli, "I paesaggi", ed. Adelphi (dettaglio di copertina)

  • courtesy adelphi.it

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Martedì 06 novembre 2018 alle 09:00
Replica alle 22:35

Molti ricordano i suoi memorabili ritratti di intellettuali e scrittori dall'amico Eco a Proust, da Beckett a Calvino, da Kafka a Pasolini. Tullio Pericoli, nato a Colli del Tronto nel 1936, non è solo un artista che “ha dipinto sui giornali” - collaborando a partire dagli anni Settanta con Linus, il Corriere della Sera e L'Espresso e dal 1984 con "La Repubblica". Prima di tutto è un raffinato disegnatore e un pittore che indaga il tema del paesaggio: “Paesaggi” del resto è il titolo del volume antologico pubblicato nel 2013 da Adelphi, editore che ha pubblicato altri volumi: “I ritratti, l'anima del volto e Pensieri della mano”. Pericoli continua a esporre con regolarità le sue opere in molte città italiane ed estere, restando un caso unico nel panorama artistico italiano, che sfugge a ogni classificazione e si sottrae alle mode, inseguendo le sue personali linee. L'incontro nel suo atelier milanese, sulle note di Paolo Conte, il chansonnier piemontese ammirato da Pericoli, diventa una riflessione sul significato del vedere, sulla lezione di Saul Steinberg, sulla natura del disegno e della pittura.

Prima emissione giovedì 05 luglio 2018

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