Oggi, la storia

"Non privilegi particolari, ma diritti umani"

di Markus Krienke

  • 8 March 2016, 07:05
Festa della donna

Una giovane donna indiana raccoglie fiori per rivenderli durante la Festa della Donna

  • Keystone

Oggi, la storia
Martedì 08 marzo 2016 - 07:05

«Non privilegi particolari, ma diritti umani»: con questo slogan durante il II congresso dell’Internazionale Socialista a Copenaghen nel 1910, Clara Zetkin pretese una giornata internazionale della donna, in seguito alle manifestazioni organizzate dal comitato nazionale per le donne del Partito Socialista Americano già nell’anno precedente. La prima Giornata della Donna avvenne poi in Danimarca, Germania, Austria-Ungheria e nella Svizzera il 19 marzo 1911, data della rivoluzione democratica del marzo 1848 in Prussia. Con le parole di Zetkin, infatti, si chiese il diritto universale di voto non solo per gli uomini, ma anche per le donne.

L’8 marzo fu stabilito come ricorrenza definitiva soltanto nel 1921, dalla Seconda conferenza internazionale delle donne comuniste per onorare il ruolo delle donne durante la Rivoluzione, precisamente durante quella Rivoluzione di Febbraio che fu lo sciopero delle operaie e delle soldatesse a San Pietroburgo del 23 febbraio 1917 secondo il calendario giuliano che corrisponde appunto all’8 marzo del gregoriano.

Le Nazioni Unite ricordarono questa data per la prima volta nel 1975, e due anni dopo chiesero a tutti i paesi del mondo di introdurre una «United Nations Day for Women’s Rights and International Peace». In alcuni Paesi, tra cui la Russia, divenne anche festa nazionale. In Cina soltanto le donne hanno diritto ad un pomeriggio libero in questa giornata.

Insomma, la storia ci racconta un passato tutto socialista di questa data: e socialista fu anche la leggenda che l’evento “ufficiale” di riferimento dell’8 marzo fosse lo sciopero delle lavoratrici tessili nel 1857 a New York. Ma a parte il fatto che le fonti d’epoca non confermano tale evento, l’8 marzo 1857 fu una… domenica.

Dato il significato “socialista” di questa data, non stupisce il fatto che il Regime nazista proibì questa Giornata, sostituendola con la “Festa della mamma” per ricordare gli “obblighi biologici” della donna.

Oggi il significato centrale di questa data non è più incentrato sul diritto di voto per le donne, ma si combatte per le pari opportunità nel mondo del lavoro, e contro la violenza nei confronti delle donne: impegno che proprio quest’anno con i tristi eventi della notte di capodanno a Colonia ha conosciuto un capitolo nuovo. E con l’attuale dibattito sull’utero in affitto, l’8 marzo 2016 acquisisce un valore simbolico inedito: quello dell’autodeterminazione sessuale della donna, propagata nel 1972 a Campo de’ Fiori a Roma, ormai si è clamorosamente capovolto nel problema della mercificazione del suo corpo.

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