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Apprendisti… disoccupati?

di Amalia Mirante

  • 19 April 2018, 12:20
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Giovedì 19 aprile 2018 alle 12:20

Spesso quando parliamo di precarietà nel mercato del lavoro nel Cantone Ticino, ci sentiamo dire che mancano i dati per fare queste considerazioni. Se poi parliamo di problemi specifici dei giovani, non solo ci sentiamo rispondere che mancano i dati, ma addirittura ci dicono che le nostre sono solo sensazioni e percezioni.

Qualche giorno fa, tuttavia, per la prima volta, la statistica nazionale ci ha fornito alcuni elementi di analisi sul passaggio tra formazione e mondo del lavoro dopo l’ottenimento di un attestato federale di capacità, quindi dopo la fine di un apprendistato

Questo studio ci permette di mettere in evidenza alcune peculiarità della Svizzera italiana.

Per esempio i dati confermano che i giovani che finiscono un apprendistato nella Svizzera italiana fanno più fatica a trovare un posto di lavoro che nel resto della nazione.

I dati dicono anche che i giovani che proseguono la loro formazione verso un certificato federale di capacità sono meno nella Svizzera italiana.

Scopriamo pure che il numero di persone diplomate dopo 3 anni e mezzo che non è né in formazione né che lavora è maggiore nella Svizzera italiana che nel resto della Svizzera.

Infine questo studio, conferma anche che la percentuale dei ragazzi diplomati disoccupati è più alta che nel resto della Svizzera. In aggiunta il loro periodo di disoccupazione risulta più lungo dei cugini d’oltralpe. Si conferma quindi quanto già anticipato da altri studi; coloro che hanno ottenuto un apprendistato nella Svizzera italiana non solo hanno un rischio più grande di trovarsi in disoccupazione, ma anche di passarci più tempo.

Tante altre sono le particolarità della Svizzera italiana che emergono da questi dati.

Ciò che sembrano confermare a grandi linee sono le difficoltà maggiori che i nostri giovani devono affrontare anche quando sono formati. È innegabile che la formazione sia la base per aumentare le possibilità di impiego, per ridurre il rischio di povertà e per poter progettare il futuro. È altrettanto innegabile, tuttavia, che il nostro Cantone si adoperi per cercare le soluzioni ai problemi che incontrano i giovani nell’entrata nel mondo del lavoro.

Un’economia che funziona necessita di formazione in primis, ma necessita poi che questa si trasformi in occupazione e soprattutto in un’occupazione dignitosa e in linea con le competenze acquisite.

Speriamo solo che per agire non si aspetti la pubblicazione di altri dati che potrebbe avvenire quando oramai i nostri giovani più promettenti saranno stati obbligati a trovare lavoro in un altro Cantone…

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