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E se l'Italia va in crisi?

di Vincenzo Galasso

  • 26 ottobre 2018, 14:20
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Venerdì 26 ottobre 2018 alle 12:20

Nella vicina Italia infuriano le discussioni sulle norme contenute nella prima legge di bilancio del così detto “governo del cambiamento” – la coalizione di governo tra la Lega di Salvini e il Movimento 5 Stelle di Di Maio. La manovra si fonda su quattro punti cardine: eliminazione della legge Fornero, che comporterebbe la riduzione dell’età di pensionamento; flat tax, ovvero un’aliquota contributiva unica per tutti, anche se la sua introduzione sarebbe solo graduale; una forma di condono fiscale, tanto per non cambiare; e il reddito di cittadinanza, ovvero circa €800 a chi non ha altre forme di sostentamento. Si tratta evidentemente di politiche economiche che hanno costi elevati per il bilancio pubblico, sia in termini di maggiori spese che di minori entrate. Ed infatti l’Italia ha comunicato all’Unione Europea di prevedere un deficit di bilancio del 2,4% -- ricevendo da Bruxelles una solenne, per quanto attesa, bocciatura.

I sostenitori della manovra assicurano che si tratta finalmente di una politica economica per gli italiani e non per l’Europa, che riporterà l’Italia a più elevati livelli di crescita. I (per la verità tanti) detrattori sostengono invece che la legge di bilancio del governo del cambiamento spinga l’Italia verso il baratro. Con i conti pubblici in pericolo, il rating dei titoli di stato, emessi per finanziare l’enorme debito pubblico italiano, diminuirà drasticamente. Le conseguenze per le banche italiane, che hanno in portafoglio molti titoli italiani, saranno catastrofiche. I più pessimisti prevedono addirittura un’Italia fuori dall’Euro entro la prossima primavera.

Adagiati sulla riva svizzera del Ceresio, chiediamoci quali potrebbero essere le conseguenze per il Ticino di un’eventuale crisi economica in Italia. La prima considerazione è ovvia. Se la crisi dovesse arrivare dai mercati finanziari, possiamo aspettarci una fuga di capitali dall’Italia verso diversi paesi e sicuramente verso il sistema finanziario ticinese. È già accaduto nel 2011, con l’Italia sull’orlo della crisi finanziaria. E potrebbe ripetersi. Anzi, nell’anticipazione di una possibile crisi, qualcosa si sta già muovendo.

Ma quali sarebbero gli effetti per l’economia reale ticinese se l’Italia dovesse entrare in recessione? Un eventuale peggioramento della situazione sul mercato del lavoro, con minore occupazione nelle provincie italiane di confine, aumenterebbe l’offerta di lavoro da parte dei lavoratori italiani nel mercato svizzero. Stesso effetto, se l’Italia dovesse malauguratamente uscire dall’Euro. I salari italiani, denominati in lire, si ridurrebbero drasticamente, aumentando quindi ulteriormente il divario salariale con la Svizzera. Infine, una recessione in Italia diminuirebbe la domanda di esportazioni svizzere verso l’Italia. Sicuramente uno shock negativo, soprattutto per il Canton Ticino, ma non necessariamente di forte entità. Infatti, uno sguardo alla tendenza del prodotto interno lordo negli ultimi anni mostra che il Canton Ticino è saldamente legato all’andamento dell’economia svizzera e molto meno a quello dell’Italia o della Lombardia.

Dunque se la Wall Street ticinese potrebbe beneficiare dalla crisi italiana, per le Main street del Cantone è forse meglio che l’Italia rimanga in piedi.

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