Plusvalore

Esercizi di ecoliberismo o qualcosa di più?

di Jenny Assi

  • 20 November 2018, 12:20
  • Attualita
Joseph Stiglitz

Joseph Stiglitz

  • Keystone

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Martedì 20 novembre 2018 alle 12:20

Joseph Stiglitz ritiene il Fondo Monetario Internazionale, la Banca Mondiale e l’Organizzazione Mondiale del Commercio responsabili di aver promosso una globalizzazione neoliberista che ha favorito un aumento delle disuguaglianze sociali e dei danni ambientali. Difficile dargli torto considerato che meno del 10% delle più grandi imprese producono l'80% di tutti i profitti e che rischiamo di avere un aumento delle temperature fuori controllo.

Negli scorsi mesi tuttavia è arrivato qualche segnale di riforma. L’Organizzazione mondiale del commercio e l’agenzia specializzata per l’ambiente dell’ONU (Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente - UNEP) hanno recentemente consolidato la loro collaborazione[1], riconoscendo che il commercio internazionale dovrà favorire la produzione di energia pulita e rinnovabile, l’utilizzo parsimonioso delle risorse, la riduzione degli sprechi, la diminuzione dell'inquinamento dell'aria, dell'acqua e del suolo. Lo scopo della collaborazione è quello di creare le condizioni per un mercato globale più ampio, competitivo e integrato, in grado di ridurre i costi di produzione delle tecnologie ecocompatibili e facilitare lo scambio di beni e servizi a basso impatto ambientale.

Un altro segnale ci arriva dalla creazione della Commisione Globale per l’Adattamento (Global Commission on Adaptation), iniziativa lanciata dall’ex segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon, da Bill Gates, fondatore e presidente della Fondazione Bill & Melinda Gates e dalla Banca Mondiale. Lo scopo della nuova Commissione è quello di promuovere la ricerca di soluzioni per limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi °C. E perché si parla di adattamento? Gli eventi climatici estremi sono già la nuova normalità e quindi non resta che adattarci. Per fare un esempio, a Melbourne, in Australia, si è deciso di raddoppiare la chioma degli alberi in città entro il 2040, una soluzione che permetterà di abbassare le temperature e ridurre le morti legate alle ondate di caldo. Altro esempio, a causa della frequenza delle catastrofi legate alle condizioni meteorologiche, imprese e cittadini rischiano di non essere abbastanza assicurati o assicurabili: si stima una sottocopertura annuale di 100 miliardi di dollari per il rischio climatico. La Commissione lavorerà per sensibilizzare governi e imprese sulla necessità di trovare soluzioni per diventare più resilienti e meno vulnerabili agli impatti climatici e ai rischi naturali. Nessuna singola organizzazione può infatti affrontare le prossime sfide da sola.

Il Fondo Monetario Internazionale è invece al momento impegnato nella ricerca degli strumenti fiscali più efficaci per la promozione di una crescita economica a bassa emissione di carbonio.

Resta da verificare che al centro delle agende delle tre organizzazioni internazionali ci sia anche la lotta alle disuguaglianze sociali e che le riforme in atto non siano semplicemente finalizzate a promuovere una globalizzazione ecoliberista.

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