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Fine anno a tinte rosa per la Svizzera

di Mauro Baranzini

  • 19 dicembre 2017, 13:20
Fine anno a tinte rosa per la Svizzera
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Martedì 19 dicembre 2017 alle 12:20

“We never had it so good” ebbe a dire nei primi anni Sessanta dello scorso secolo il buon vecchio Primo Ministro britannico Harold Macmillan. E ne aveva ben ragione: la Gran Bretagna, che aveva versato lacrime e sangue per stoppare Hitler, aveva dovuto convivere con il razionamento degli alimentari più importanti fino al 1955, dieci anni dopo la fine della guerra. Il medesimo giudizio, a tinte rosa, lo possiamo dare noi per la Svizzera, per gli anni a venire.
Al di là dei problemi del “dumping” salariale dei Cantoni di frontiera come il Ticino, al di là delle innegabili difficoltà dei giovani ad entrare nel mercato del lavoro, e al di là di dolorose “ristrutturazioni”, come sono chiamate, il nostro Paese sta vivendo un momento economico decisamente buono. La maggior parte degli indicatori economici segna bel tempo.
Non dimentichiamo, intanto che l’economia svizzera negli ultimi 14 anni ha conosciuto solo un anno di recessione, il 2009 per la precisione, mentre in media ha segnato una crescita economica dell’1,5-2%, molto meglio della media delle altre nazioni continentali, salvo la Germania. E per il 2018 e il 2019 si prevede una crescita del 2 fino al 2,5%. Il che vuol dire una crescita pro capite dell’1,5-2%; mica male. La crescita delle nostre esportazioni dovrebbe proseguire sostenuta, grazie alla relativa perdita di sopravvalutazione del nostro franco svizzero. Questo aumenterà, se mai ce ne fosse bisogno, la nostra competitività internazionale. Dico “se mai ce ne fosse bisogno” perché la nostra bilancia commerciale e la nostra bilancia dei servizi è in attivo di circa 60-70 miliardi di franchi annuali, cioè del 10% del PIL. E questo serve a tenere qui in casa circa 400’000 posti di lavoro che altrimenti andrebbero all’estero. Buone notizie anche sul fronte dell’inflazione, che quest’anno dovrebbe essere dello 0,6%, e ancora più bassa nei prossimi due anni. Anche la disoccupazione secondo la SECO dovrebbe restare attorno al 3%, mentre secondo l’Organizzazione Internazionale del Lavoro dovrebbe scendere attorno al 4,5%. Un risultato che a livello internazionale molti ci invidiamo. Tuttavia anche un solo disoccupato è di troppo; e dobbiamo continuare a lottare contro questo flagello sociale. Per finire una nota molto positiva sul debito pubblico della nostra nazione; esso è in continua diminuzione e sarà presto al 30% del Prodotto Interno Lordo. Un risultato eccezionale, che molti ci invidiamo, frutto di una gestione rigorosa della cosa pubblica.
Di ombre ne restano certo, come l’aumento delle famiglie in assistenza. Nel complesso, comunque, una fine d’anno a tinte rosa per il nostro Paese.
Auguri di Buone Feste e buon 2018 a tutte/i quelli che ci hanno ascoltato quest’anno.

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