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Ghana: meno dipendenza dagli aiuti internazionali?

di Pietro Veglio

  • 13 November 2018, 12:33
  • Attualita
Ghana: Meno dipendenza dagli aiuti internazionali?

Ghana: Meno dipendenza dagli aiuti internazionali?

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Mercoledì 14 novembre 2018 alle 12:20

L’aiuto internazionale allo sviluppo viene accusato di creare legami di eccessiva dipendenza difficili da ridurre che a loro volta frenano la mobilitazione di risorse finanziarie endogene da parte dei Paesi poveri. La dipendenza dall’estero può infatti diminuire l’urgenza delle riforme fiscali e del rafforzamento delle amministrazioni nazionali delle contribuzioni. Il flusso degli aiuti può rendere più difficile la lotta all’evasione fiscale e alla corruzione nella gestione degli appalti pubblici. E può ostacolare l’adozione di misure come l’imposizione dei profitti realizzati delle filiali locali di imprese multinazionali, l’effettiva riscossione delle tasse e il controllo sui trasferimenti all’estero di capitali di origine illecita. Tutto ciò impedisce l’ottenimento di maggiori introiti fiscali.

Il fatto che un Paese povero di più di 28 milioni di abitanti come il Ghana voglia ridurre il suo grado di dipendenza dagli aiuti internazionali è una buona notizia. Un futuro con meno aiuti dall’estero servirebbe infatti a promuovere le riforme fiscali. L’attuale Presidente Akufo-Addo ha dichiarato: “Non è corretto che il Ghana, a 60 anni dall’indipendenza, dipenda ancora dalla generosità e dalla carità dei contribuenti europei per finanziare la spesa pubblica per la salute e l’educazione nazionale. Dovremmo infatti essere in grado di finanziare autonomamente i nostri bisogni fondamentali.

Oggi il Ghana riceve un volume di aiuti internazionali proporzionalmente inferiore a quello di altri Paesi poveri. Tuttavia il bilancio pubblico dipende ancora dai contributi di donatori bilaterali come Unione Europea, Francia, Danimarca e Svizzera – attraverso un progetto di rafforzamento dell’amministrazione ghanese delle contribuzioni - oltre che da Banca mondiale e Banca africana di sviluppo. Cambiare questa situazione rappresenta una grossa sfida.

La recente performance economica del Ghana è soddisfacente. Il Paese ha oggi – sulla base del potere d’acquisto - un reddito pro capite equivalente a US$ 4'600, superiore a quello di altri paesi subsahariani. Nonostante le recenti scoperte di risorse petrolifere “off-shore” e gas naturale, il Ghana ha diversificato la propria economia. È il secondo produttore mondiale di cacao, dispone di importanti risorse aurifere e di bauxite e di un incoraggiante potenziale turistico. Grazie anche ad una politica fiscale sostenibile ciò gli permetterà di raggiungere quest’anno una crescita economica del 4,5%, ridurre il debito pubblico al 64% del PIL e diminuire il deficit di bilancio.

Certo, il potenziale di sviluppo ghanese è limitato dal carattere estrattivo e a basso valore aggiunto delle principali attività economiche. Cambiare questo modello implicherà grossi investimenti, come per esempio la costruzione di una raffineria di bauxite che permetterebbe di esportare bauxite raffinata ad un prezzo otto volte superiore a quello del minerale estratto. I finanziamenti cinesi, già presenti con due grossi investimenti per generare elettricità addizionale, potrebbero rivelarsi la carta vincente. A patto che la fattibilità economica della raffineria sia supportata da ipotesi realiste e la sostenibilità del debito contratto con la compagnia cinese di costruzione venga assicurata in modo trasparente e credibile.

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