Plusvalore

Il piccolo pulcino bagnato pigola…

di Amalia Mirante

  • 14 giugno 2018, 14:20
Posta svizzera
  • Keystone

Plusvalore
Giovedì 14 giugno 2018 alle 12:20

Il fiero gigante giallo è oramai diventato il piccolo pulcino bagnato. Da anni l’operato della Posta è sotto i riflettori e soprattutto sotto accusa. Quello che una volta era definito un esempio di efficienza svizzera e di ottimo servizio pubblico sta perdendo un pezzettino alla volta. E questo mentre la Confederazione, unica vera proprietaria della Posta, sembra impotente e sta a guardare.

Dopo le decisioni imposte dall’alto di chiudere moltissimi uffici postali e di licenziare centinaia di persone, ecco che il management, per aumentare i profitti della nostra Posta, si è messo anche a truffare i conti di Autopostale.

La questione è già venuta a galla qualche mese fa, tuttavia da pochi giorni sono stati consegnati i rapporti per il periodo 2007-2015. Questi documenti hanno confermato che per anni ci sono state truffe ai danni dei Comuni, dei Cantoni e della Confederazione. Si tratterebbe di 100 milioni di franchi.

La cosa grave è che pare che già nel 2007, quindi 10 anni fa, siano stati segnalati delle anomalie che avrebbero dovuto innescare dei controlli.

Evidentemente la Direzione di Autopostale è stata rimossa dai suoi incarichi, come pure la Direttrice della Posta che nel frattempo ha presentato le sue dimissioni. Ricordiamo che in molti avevano chiesto il suo licenziamento in febbraio, quando lo scandalo era stato scoperto; ma pure in quella occasione, il Consiglio Federale aveva dichiarato la sua fiducia nell’operato della direttrice.

Oggi è evidente a tutti che qualcosa nei meccanismi di gestione e controllo non è funzionato come avrebbe dovuto, ma non solo in quelli. L’Ufficio federale dei trasporti e la società di revisione esterna si sono rimbalzate in questi mesi la responsabilità.

Aldilà di questo specifico caso è il momento di aprire un discorso ben più ampio su quello che era la Posta, su quello che è diventata e su quello che sarà.

Le ex regie federali, seppur appartengano alla Confederazione, non appartengono più ai cittadini. Con la scusa di diventare sempre più efficienti e non sprecare denaro pubblico, le trasformazioni in società anonime hanno permesso a queste aziende parastatali di seguire il peggio dell’economia.

I cittadini quando hanno deciso in merito alla trasformazione delle Ferrovie, di Swisscom e della stessa Posta, non hanno mai deciso di entrare in una logica di gestione privata del servizio pubblico. Non hanno mai votato per aumentare i profitti chiudendo gli uffici postali e licenziando; non hanno mai votato di pagare stipendi ai manager tre volte superiori a quelli di un consigliere federale. E non hanno mai votato per eliminare il servizio pubblico.

Il Consiglio Federale, da parte sua, dovrebbe ora riprendere in mano la gestione delle ex regie federali, ricordando che i proprietari di queste aziende sono e rimangono i cittadini. E se i cittadini sono disposti a pagare in termini di profitto il mantenimento degli uffici postali e dei collaboratori, è la loro voce che deve essere ascoltata e seguita.

Ti potrebbe interessare