Prima o poi le virtù di un mondo interconnesso, dove i flussi di beni, servizi, persone e idee innovative avrebbero propiziato prosperità e pace, dovevano essere messe in discussione. I movimenti anti-globalizzazione ne avevano già identificato alcune ragioni: libero commercio internazionale distruttore di posti di lavoro nel mondo industrializzato; impatti ambientali negativi degli investimenti nell’estrazione di energie fossili e minerali; dominio delle mega-imprese dell’high-tech e della grande finanza; aumento delle disuguaglianze.