Plusvalore

La sostenibilità delle aziende familiari ha bisogno di un’agenda politica

di Gianluca Colombo

  • 17 ottobre 2017, 14:20
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Plusvalore
Martedì 17 ottobre 2017 alle 12:20

Le aziende familiari, che in Ticino rappresentano il 70% delle aziende private, sono fatte per durare. E lo sanno fare essendo molto più longeve delle non familiari. Me ne sono occupato più volte in “Plusvalore”. Torniamo sull’argomento perché recentemente ho avuto uno scambio d’idee con un imprenditore di terza generazione a proposito della necessità di far sentire la voce delle imprese familiare su vari temi di politica cantonale e federale. Il mio interlocutore sostiene che l’Associazione delle imprese familiare ticinesi (AIF-Ticino) debba essere più attiva sulla scena politica. Questa discussione ha innescato la riflessione che vi propongo. Le aziende familiari sono longeve perché mettono al centro dei propri interessi la continuità del rapporto tra famiglie proprietarie e imprese lungo un orizzonte temporale di molte generazioni. Non è raro sentire gli imprenditori parlare del futuro delle proprie aziende a 15 o 20 anni. Questa continuità è frutto di sistematica innovazione e sostenibilità. Per sostenibilità qui intendo la combinazione dell’equilibrio economico-finanziario e della sostenibilità ambientale e sociale. Le famiglie imprenditoriali e le imprese familiari perseguono questa sostenibilità ma non possono farlo da sole. Occorre che l’ambiente economico, sociale e istituzionale in cui operano siano indirizzati dagli stessi valori e governati in una prospettiva di sostenibilità. Ne deriva che le aziende familiari sono uno stakeholder sfidante per le comunità e soprattutto per gli attori politici di un territorio. Ha ragione il mio interlocutore: le aziende familiari devono far sentire la propria voce nell’interesse delle proprie imprese e delle comunità. Vengo ai contenuti di un’agenda politica ancora appena abbozzata. È immediato pensare che il capitolo più importante sia quello fiscale, perché l’equilibrio economico-finanziario dipende dalla possibilità d’investire in sistematiche innovazioni e questa possibilità è ampiamente influenzata dall’entità dei prelievi fiscali sulle persone fisiche e giuridiche. Ma di quest’aspetto ho più volte trattato. Altri temi sono ugualmente importanti: anzitutto l’equilibrio dei conti pubblici e la riduzione del debito pubblico. Il Cantone sta migliorando le proprie finanze ma il debito continua ad essere elevato, pesando sull’equilibrio dei prossimi decenni. Le aziende familiari pensano a lungo termine e non possono accettare finanze pubbliche squilibrate. Anche se oggi molti sono soddisfatti, dobbiamo domandarci che Cantone erediteranno i nostri nipoti. Il secondo importantissimo tema è quello della scuola. Sono contento che i nostri figli e nipoti conosceranno le basi delle nostre istituzioni politiche attraverso un miglior insegnamento della civica, ma non basta. Educare i giovani alla responsabilità economica e sociale è ugualmente importante. L’indipendenza, l’assunzione ragionata di rischi lo spirito d’intrapresa sono valori che dovrebbero formare i nostri giovani fin dalle prime classi. Giovani formati a prendere in mano i propri destini sono cittadini migliori che troveranno nelle nostre aziende familiari l’ambiente lavorativo adatto a far emergere il loro valore. Oggi è di moda centrare la formazione su abilità e competenze richieste dal mercato, ma questo è dinamico, distrugge competenze e ne crea di nuove. Quanto studiato sarà rapidamente obsoleto; i giovani vanno quindi abituati all’apprendimento continuo. Ci sarebbe poi il grande tema delle infrastrutture, che non ho tempo qui di discutere. È indubbio tuttavia che le aziende familiari vogliono un paese che investe oggi nelle grandi infrastrutture di domani.

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