Plusvalore

Le banche e la crisi, regole e rischi

di Gianfranco Fabi

  • 13 ottobre 2017, 14:20
Cassetta di sicurezza sequestrata nell'ambito di un'inchiesta avviata nel 2014

Cassetta di sicurezza sequestrata nell'ambito di un'inchiesta avviata nel 2014

  • Ti-Press

Plusvalore
Venerdì 13 ottobre 2017 alle 12:20

Le banche e la crisi, regole e rischi

Plusvalore 13.10.2017, 14:20

Dall’inizio della sua attività il Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria ha varato documenti per complessive 5440 pagine con oltre due milioni di parole. Lo ha calcolato nelle scorse settimane un’inchiesta della Neue Zuercher Zeitung dove si metteva in rilievo inoltre non solo l’ampiezza e la complessità delle regole, ma anche la progressiva prevalenza degli obblighi rispetto alle raccomandazioni. A Basilea ha sede la Banca dei regolamenti internazionali, nell’ambito della quale c’è il Comitato che ha il compito di stabilire i requisiti patrimoniali per garantire la stabilità dei sistemi bancari dei singoli Stati, Svizzera naturalmente compresa. Le prime regole, chiamate Basilea 1 sono state varate nel 1988, a cui sono seguite quelle di Basilea 2 nel 2005 e di Basilea 3 subito dopo la grande crisi finanziaria, una crisi che peraltro le regole precedenti non avevano evitato. Questi parametri vogliono garantire quella che viene chiamata “regolamentazione prudenziale” e sono stati progressivamente aggiornati con l’obiettivo di valutare in maniera analitica il grado di rischio di ogni singolo attivo delle banche.

Ma le regole di Basilea sono solo una parte delle disposizioni che devono rispettare gli istituti di credito. In Svizzera dal 2009 tutte le competenze di controllo, di tutela della stabilità, di promozione della trasparenza fanno capo all’Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari, la Finma, che per attuare il suo compito pubblica circolari e approva ordinanze che vanno a costituire tanti ulteriori elementi che intervengono sulla gestione di banche e assicurazioni.

Nel resto d’Europa lo scenario è ancora più complesso perché la regolamentazione operativa spetta ai singoli stati, la vigilanza alla Banca centrale europea, l’indicazione delle regole contabili all’Autorità bancaria, ovviamente rispettando le indicazioni del Comitato di Basilea.

Al di là dei problemi strettamente tecnici, e premesso che le buone regole devono essere alla base dell’efficienza dei mercati, ci si può chiedere se, nell’ambito del sistema bancario non si sia in qualche modo esagerato.

Tutte queste disposizioni rischiano infatti di avere l’effetto di ridurre sempre di più lo spazio di manovra e quindi la responsabilità degli amministratori. Dietro al rispetto formale si può nascondere, e in molti casi si è nascosta, una cattiva gestione sostanziale. Con una sicurezza in più: quella di rendere sempre possibile privatizzare gli utili e lasciare in carico allo Stato le perdite secondo una triste regola del moderno capitalismo finanziario.

I requisiti patrimoniali sono fondamentali, ma altrettanto importante è la sana gestione, la fiducia nel management, le strategie degli operatori. E ci si può chiedere se non abbia qualcosa da insegnare in questa prospettiva il pensiero del premio Nobel per l’economia di quest’anno, Richard Thaler. Uno dei suoi punti forti è che la spinta gentile e la convinzione possono essere più utili di vincoli, obblighi e divieti. Mettendo in primo piano le scelte di merito e i valori delle persone. Due elementi senza i quali anche le leggi migliori possono diventare inutili, talvolta anche dannose.

Ti potrebbe interessare