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Le dinamiche delle elezioni presidenziali americane

di Giovanni Barone Adesi

  • 1 febbraio 2016, 13:20
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Lunedì 1. febbraio 2016 - 12:20

La corsa alla Casa Bianca parte oggi dall’Iowa. I due candidati in testa secondo i sondaggi, Hillary Clinton e Trump, rischiano entrambi di non arrivare a fine corsa. Hillary Clinton rischia di essere superata da Bernard Sanders, un vecchietto progressista, che rifugge da internet e sogna un’America libertaria sui diritti individuali e socialdemocratica nei programmi federali.

Questo sembra una chimera, ma Sanders ha fatto molta strada nei suoi settantacinque anni. La sua storia personale è stata plasmata dal dramma dei suoi parenti rimasti in Polonia e sterminati dai nazisti. Quando io ero studente all’Università di Chicago, molti lo ricordavano come lo studente che aveva guidato l’occupazione della presidenza dell ‘università per porre termine alla segregazione razziale nei dormitori. In seguito partecipò alla marcia con Martin Luther King. Dopo un debole inizio, da venticinque anni siede ne Congresso degli Stati Uniti come indipendente. Il fortissimo consenso che raccoglie nel suo stato gli ha dato il record di longevità tra i candidati indipendenti di tutti i tempi. Certamente è un pericolo per Clinton nelle primarie, dato che è preferito dalla sinistra del partito democratico.

Anche molti americani che simpatizzano per Sanders tuttavia temono che l’America non possa permettersi le riforme che egli propone. Pertanto c’è il rischio che la candidatura di Sanders, essendo troppo di sinistra, apra le porte della Casa Bianca ai repubblicani. Nemmeno Hillary Clinton d’altra parte garantisce la vittoria sul candidato repubblicano favorito dai sondaggi, Donald Trump, personaggio molto controverso, considerato da molti assolutamente improponibile.

La situazione è talmente confusa che Michael Bloomberg, l’ex-sindaco di New York, noto nel mondo finanziario per i suoi onnipresenti terminali, sta pensando di candidarsi come alternativa indipendente. Bloomberg è stato sia democratico che repubblicano, è amico di Clinton e Trump, ma è preoccupato per la possibilità che vinca quest’ultimo.

Sembra una corsa tra tre candidati di New York, ma da anni il centro demografico e politico degli Stati Uniti non è più a New York, ma piuttosto nel Sud-Ovest. Questo rende la situazione particolarmente imprevedibile, perchè nessun candidato forte, basato fuori da New York, è emerso fino adesso.

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