Plusvalore

Meno principesse e più scienziate

di Vincenzo Galasso

  • 15 dicembre 2017, 13:20
Meno principesse e più scienziate
  • iStock

Plusvalore
Venerdì 15 dicembre 2017 alle 12:20

Tantissimi studi mostrano che le ragazze hanno raggiunto e superato i ragazzi nella performance scolastica. Sin dalla tenera infanzia, le bambine hanno in media voti più alti dei bambini. Questo divario continua durante le scuole superiori e persiste finanche all’università – un tempo frequentata soprattutto da uomini, ma che oggi vede una sostanziale parità di genere nelle immatricolazioni – e nelle lauree.

Tuttavia questa supremazia femminile nella performance scolastica nasconde delle importanti differenze. Nei test di matematica, infatti, sono i ragazzi ad essere più bravi delle ragazze. Questa evidenza empirica è confermata da studi condotti in diversi paesi, su studenti di diverse età e corsi di studio. Ad esempio i test PISA, condotti dall’OCSE – l’organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico – in diverse materie sui 15enni di oltre 30 paesi, mostrano che le ragazze fanno meglio dei ragazzi nella comprensione del testo, ma i ragazzi prevalgono nei test di matematica. Anche in Svizzera.

Questa differenza di genere nella performance in matematica è stata indicata come un fattore importante per spiegare le differenze di genere sul lavoro. Poiché le lauree scientifiche sono associate a salari più elevati, se le donne, scoraggiate dalla peggior performance nei test matematici, preferiscono iscriversi a facoltà umanistiche, da laureate guadagneranno meno degli uomini, che sono più spesso laureati in materie scientifiche.

Ma da cosa deriva questa differenza di genere nei test di matematica? La ricerca scientifica in materia si dibatte tra due strade. Dipende dalla natura? Perché uomini e donne sono intrinsecamente differenti. Oppure dipende dall’educazione che riceviamo? Poiché tendiamo a trattare figli e figlie in maniera diversa, e queste nostre scelte educative hanno un impatto importante sulle loro preferenze e decisioni future.

Anche se non possiamo scartare la tesi che esistono delle differenze innate tra uomini e donne, è utile capire in che misura la nostra educazione familiare influisca a creare questo divario di genere. La tesi di chi sostiene la rilevanza dell’educazione familiare si basa sull’idea che i genitori tendono a spingere le femmine verso studi più umanistici ed i maschi verso studi più scientifici, dando un’interpretazione – spesso errata – delle attitudini dei figli. Ciò creerebbe una maggior fiducia verso la matematica negli uomini e una sorta di timore reverenziale tra le donne.

In effetti, studi recenti confermano l’esistenza di questo elemento familiare che intimorisce le donne. In una ricerca, si è usato un trucco psicologico per rimuovere questo timore verso la matematica nelle donne. Prima del test, è stato comunicato alle studentesse, che in quello speciale tipo di test in passato non si erano riscontrate differenze di performance tra uomini e donne. Questo semplice annuncio è bastato a migliorare la performance delle donne. Un altro studio sfrutta le differenze nelle percezioni di genere tra famiglie per capire se nelle famiglie più maschiliste le figlie sono più svantaggiate. La misura di maschilismo utilizzata è originale. Sono considerate più maschiliste quelle famiglie in cui non si smette di aver figli, finché non nasce un maschio. Ebbene, nelle famiglie più maschiliste – ad esempio quelle con prima due figlie e poi un maschio – la performance scolastica in matematica della prima figlia è inferiore che nelle famiglie meno maschiliste. Capisco che “principessa di papà” sia più dolce, ma scienziata non suona mica male. Proviamoci!

Ti potrebbe interessare