Giovedì scorso ho guardato con stupore il servizio intitolato “La doppia vita di Gucci” sui super manager di lusso, un’inchiesta del settimanale d’informazione della nostra televisione pubblica. Già al mattino la trasmissione “Modem” della nostra radio aveva riferito su presunti casi di comportamento scorretto da parte della Luxury Goods e denunciato, sembra in modo anonimo, da due operai. Le autorità preposte saranno ovviamente chiamate a verificare questi casi. Differente il tono dell’inchiesta presentata alla televisione alla sera. La sensazione di chi scrive era quella di un servizio che sotto sotto metteva in cattiva luce il nostro Paese e le nostre istituzioni...
La redazione di Falò, da noi contattata, risponde che il servizio era costruito su una serie di precisi dati di fatto, ampiamente documentati. E aggiunge che quando si realizza un’inchiesta che porta alla luce circostanze di interesse pubblico, non la si censura in considerazione del fatto che possa giovare o nuocere a qualcuno. Questo proprio nel rispetto del mandato di servizio pubblico attribuito alla SSR.