Plusvalore

Rating e compiti, l’importanza della puntualità

di Marialuisa Parodi

  • 7 giugno 2018, 14:20
iStock Moody’s

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Giovedì 07 giugno 2018 alle 12:20

Come da copione, Moody’s è intervenuta nel bel mezzo della tempesta politica e finanziaria italiana annunciando di aver messo sotto osservazione il rating sovrano e quello di diverse banche, gettando benzina sul fuoco di mercati ed equilibri politici già fragili e sotto pressione.

Ma che ruolo ha o dovrebbe avere un’agenzia di rating?

Il rating serve a valutare la capacità di un debitore di far fronte agli impegni alle scadenze stabilite. Vi sono due grandi gruppi secondo la qualità: Investment Grade (da Tripla AAA a Tripla BBB) e Sub Investment Grade (da Doppia B in giù); all’interno, sottogruppi con diversi gradi e sfumature.

Attraverso semplici simboli, riconducibili al sistema anglosassone delle note scolastiche, il rating dovrebbe quindi rappresentare una certificazione indipendente del grado di rischio di un’obbligazione o altro strumento finanziario. Tutto a beneficio della tutela del risparmio; anche perché, dato l’utilizzo che se ne fa universalmente, il rating è uno dei fattori che determinano i prezzi di mercato: in pura teoria, a rating basso corrispondono alto rendimento, alto rischio, prezzo basso.

Questa lodevole funzione è stata però offuscata da alcuni comportamenti poco edificanti delle agenzie. Come dimenticare le Triple A assegnate, prima del 2008, ai titoli cartolarizzati dei mutui subprime? Quelle invitanti salsicce, aromatizzate a puntino per nascondere il puzzo della carne avariata nel ripieno.

Buona o cattiva fede, le agenzie di rating sono l’unica categoria, tra gli operatori della finanza, a non aver affrontato revisioni pubbliche delle regole di funzionamento a seguito della crisi, e le critiche non si sono mai completamente placate.

Una di queste riguarda il rischio di conflitto di interessi. È lo stesso debitore che si rivolge all’agenzia per ottenere la certificazione del suo rating: da una parte sottopone bilanci e condizioni per ottenere un giudizio indipendente, dall’altra paga la fattura.

E poi c’è l’annosa questione del ritardo con cui le agenzie reagiscono al mutare delle condizioni: le revisioni all’ingiù dei rating arrivano regolarmente quando la situazione di stress è già conclamata e gli investitori già penalizzati.

Una cartina di tornasole dei progressi potrebbe essere dietro l’angolo.

Negli ultimi anni, la domanda del mercato, nutrita da una vera e propria caccia al rendimento, ha fatto esplodere le emissioni e i prezzi delle obbligazioni con basso rating ed alto rischio.

Da qualche mese, però, questi prezzi hanno cominciato a soffrire: i tassi che salgono, infatti, rendono di nuovo interessante la migliore qualità, ma anche più costoso il servizio del debito; specialmente per i debitori finanziariamente più fragili, appunto.

Dal fronte delle agenzie di rating, però, ancora nessun allarme. Vedremo se ci toccherà scoprire, quando sarà troppo tardi, che sono di nuovo in ritardo con i compiti.

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