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Troppe incognite politiche sulla ripresa europea

di Adriana Cerretelli

  • 13 settembre 2017, 14:20
Troppe incognite politiche sulla ripresa europea
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Mercoledì 13 settembre 2017 alle 12:20

Tutto è sospeso in Europa in attesa dell’esito delle elezioni tedesche del 24 settembre che peraltro annunciano la riconferma alla cancelleria di Angela Merkel e della sua Cdu-Csu con un consenso forte, 37% dicono i sondaggi, ma insufficiente a garantirle la maggioranza parlamentare. L’incognita riguarda la futura coalizione: di nuovo con i socialdemocratici in crisi identitaria o piuttosto con i liberali in ripresa o con i verdi?

La scelta non sarà indifferente per la futura evoluzione dell’Europa: se ricadrà, come molti credono, sui liberali il nuovo corso della politica europea tedesca rischia di complicare l’intesa con la Francia di Macron e i suoi progetti di riforma, in particolare dell’eurozona. La Fpd infatti non è euroscettica ma quasi, frena qualsiasi idea di mutualizzazione dei rischi e di crescente europeizzazione della governance dell’euro.

Ma di incognite sulla strada del rilancio del progetto europeo ce ne sono altre e altrettanto pesanti: anche tralasciando il buco nero di Brexit, che non si sa dove porterà la Gran Bretagna ma di sicuro manterrà a lungo nell’incertezza anche l’Unione europea, c’è la possibilità di una grave crisi istituzionale in Spagna qualora il referendum del 1 ottobre per l’indipendenza della Catalogna sfociasse nella vittoria dei sì.

C’è il 3 ottobre il referendum in Lombardia e Veneto che dovrà approvare o respingere una maggiore autonomia delle due regioni più ricche d’Italia, quelle i cui enormi trasferimenti finanziari al resto del paese, spesso sprecati, sono vitali per mantenere la coesione del paese. E ci sono le elezioni in Sicilia in novembre e poi le legislative della prossima primavera: una roulette spericolata che rischia di portare al potere il movimento 5 stelle per le divisioni macroscopiche che divorano centro-sinistra e centro-destra.

Ci sono le radicali riforme del mercato del lavoro che Emmanuel Macron intende imporre in Francia, delle quali ha vitale bisogno per rinsaldare il rapporto con la Germania, che però non si sa quanto il paese sia disposto a digerirle. Finora le ha regolarmente respinte in piazza. C’è l’incomunicabilità crescente tra vecchia e nuova Europa dell’Est.

Finalmente l’economia va, la ripresa si rafforza, anche se l’euro forte desta preoccupazioni. Purtroppo le distonie della politica europea e le troppe incertezze che la tormentano a livello nazionale non aiutano. Anzi, potrebbero trasformare la buona congiuntura economica in un’occasione persa per ricostruire presto e bene un nuovo futuro collettivo.

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