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Un’alleanza tra imprese familiari e startup innovativi

di Gianluca Colombo

  • 10 April 2018, 12:20
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Martedì 10 aprile 2018 alle 12:20

Nei giorni scorsi un blog dedicato alle imprese familiari (Family Capital) ha pubblicato un articolo interessante che può essere letto in chiave di proposta.

Si parte dalla constatazione che stanno emergendo tecnologie e innovazioni digitali in grado di mettere in crisi interi settori dominati dalle imprese familiari (sono le cosiddette disruptive innovation). La digitalizzazione sarà, infatti, protagonista del cambiamento radicale in molte catene del valore e filiere produttive. Le aziende familiari subiscono la pressione di questa straordinaria ondata innovativa e non sembrano attrezzate a farvi fronte con le risorse interne, poiché il ritmo del cambiamento è più veloce di quanto sperimentato in passato. Anche aziende pluri-generazionali che hanno saputo innovare in modo sistematico e continuo, sono in difficoltà di fronte a questa nuova sfida, che propone cambiamenti non evolutivi ma rivoluzionari. Numerosi start-up sembrano invece meglio attrezzati per cavalcare la rivoluzione digitale, che s’intreccia con quella dell’intelligenza artificiale, pervadendo e rivoluzionando interi mercati e settori. Questo avviene perché gli startup non sono ovviamente condizionati dagli investimenti materiali e immateriali accumulati lungo le generazioni e sono quindi più disponibili ad abbracciare le nuove tecnologie.

Da qui emerge una proposta: invece di farsi soppiantare dalle nuove imprese, le aziende familiari potrebbero trasformarsi in soggetto attivo, investendo negli startup innovativi, con la logica tipica dei venture capitalist. Non è un approccio nuovo, poiché anche in passato molte imprese, non solo familiari, si sono dotate di risorse interne per selezionare startup innovativi in cui investire. Ricordo, tra i molti casi, che la Pirelli fu fondata da Giovanni Battista Pirelli nel 1872, con i capitali di alcune famiglie tessili lombarde aggregate dal prof. Giuseppe Colombo, una sorte di Business Angel ante litteram. Il ritmo dell’odierna rivoluzione digitale rende però più indispensabile e qualitativamente nuovo l’impegno delle aziende familiare nell’investimento in capitale di rischio. I gruppi familiari saranno in grado di cogliere quest’opportunità solo se rapidamente creeranno al proprio interno strutture in grado di comprendere la portata delle innovazioni in modo da selezionare gli investimenti e, successivamente, decidere quali attività integrare nel business familiari e quali rimettere sul mercato.

L’alleanza tra imprese familiari e startup innovativi è vantaggiosa anche per lo Stato, che è spesso sollecitato a destinare fondi pubblici per finanziare le nuove imprese e le innovazioni. Sembra quindi razionale proporre incentivi fiscali per le imprese familiari e non che investono in startup innovativi. Poiché nel nostro Paese l’imposizione sulle imprese comprende anche l’imposta sulla sostanza, credo che gli incentivi dovrebbero essere applicati anche a quest’ultima. Il vantaggio per lo Stato sarebbe duplice: meno spese per l’innovazione e meno burocrazia.

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