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"Quando ripenso alla mia carriera scolastica di giovane pianista non vedo che Chopin, Liszt , Rachmaninoff, Scriabin e poi di nuovo Liszt. Poi, agli inizi degli anni ’90, ho scoperto gli studi di Ligeti è stata una folgorazione, amore a prima vista. Quello spartito stampato sembrava un manoscritto, scritto a mano, per me, per essere letto. Una musica che ancora non esisteva nello spazio acustico, una novità. Per me, classicone di Conservatorio, ben inquadrato nella tradizione, è arrivata solo allora e per la prima volta la possibilità di capire cosa potesse voler dire per Schumann scoprire una pagina di Brahms appena scritta, aprire quel manoscritto e leggere il "nuovo" non come una lettera dal passato ma come una cartolina del presente." Saul Beretta direttore creativo di Musicamorfosi racconta ai microfoni di Claudio Farinone cosa è significato per lui l'incontro con Gyorgy Ligeti, quello fisico da allievo e Maestro a Novara nel 1996, ma anche e soprattutto quello simbolico con la musica "nuova". Un incontro che ha segnato per lui l’intuizione di potere uscire dal sentiero battuto e che concretamente ha cambiato la sua vita.
Prima emissione domenica 02 maggio 2021
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