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"La vita del pittore Edward Hopper presenta alcune anomalie", scriveva il primo direttore del MOMA Alfred Barr nel 1933 nel testo in catalogo alla prima monografica che il museo dedicava a questo artista. Hopper all’epoca aveva 51 anni e si era guadagnato una certa notorietà come illustratore e incisore, mentre la sua attività pittorica, che affondava le sue radici anche in Europa, era rimasta quasi nell’ombra. Eppure, Hopper diventerà un protagonista assoluto della storia dell’arte americana con i suoi paesaggi, che raccontano un’America in cui la wilderness incontra la tecnica e l’industria, ma anche con i suoi interni metropolitani che raccontano di solitudine e di malinconiche attese. La sua pittura nitida e inquietante attirerà l’attenzione di grandi registi come Hitchcock, Lynch e Wenders. Partendo dalla retrospettiva che la Fondazione Beyeler di Basilea dedica a Edward Hopper, Voci dipinte propone un percorso nell’opera di questo pittore con lo storico e critico dell’arte Francesco Tedeschi.

Prima emissione 02 febbraio 2020