In una recentissima inchiesta radiofonica di SRF intitolata “Chopins Männer”, il pianista e musicologo Moritz Weber ha esposto la propria nuova tesi: Chopin si è creato una falsa immagine biografica per celare la propria omosessualità. Fin qui, nulla di strano: molti personaggi noti hanno tentato e tentano tuttora di proteggersi dall’omofobia tramite falsità e omissioni. Più grave è quando gli storici attuali, nell’esaminare il passato, si mostrano più affezionati al mito che alla verità, e arrivano al punto di censurare o addirittura di falsificare dati e documenti, come Weber tenta di dimostrare. Ma davvero oggi l’omosessualità fa ancora così paura? E, d’altra parte, non si rischia di cadere da un cliché a un altro, dando troppa importanza ai dati biografici? Siamo anche noi ancora vittime del mito romantico che identifica arte e vita?
Di questi temi, che si intrecciano tra muisica,storia, estetica e perfino politica, Paolo Borgonovo e Giovanni Conti discutono con Elena Tabano, giornalista del Corriere della Sera, e con Nicola Cattò, critico e musicologo.
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