La musica di Berlioz è simile «ai farfugliamenti di un grande babbuino», Un americano a Parigi «uno sproloquio... volgare, prolisso e inutile», mentre i Cinque pezzi per orchestra di Webern sono da considerare «significativi e sintomatici quanto un mal di denti» e La mer di Debussy diventa perfidamente «Le mal de mer».
Sono queste solo alcune delle “invettive musicali” del direttore d’orchestra e compositore Nikolas Slonimsky raccolte in un volume pubblicato da Adelphi e curato dal compositore Carlo Boccadoro.
Animate da arguzia e vivacità, critiche e stroncature usano un linguaggio affilato, spesso irriverente, che può appassionare il lettore ma affondare l’autostima di coloro a cui sono rivolte.
Se la stroncatura, definita un tempo una nobile arte, oggi, più che in passato, è un genere forse poco praticato, quasi scomparso.
Quali sono le ragioni di questo cambiamento? È ancora possibile, oggi, stroncare in ambito musicale?
Lo scopriremo con la “ferocissima” critica musicale del Sole24ore, Carla Moreni e con il compositore Carlo Boccadoro al microfono di Barbara Tartari e Giovanni Conti.
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